Senigallia, ultimo appuntamento di Musica Nuova Festival
Domenica 4 ottobre al Teatro La fenice di Senigallia lo spettacolo di Dacia Maraini "Un treno, una notte"
Domenica 4 ottobre è previsto l’ultimo appuntamento “teatro e musica” con “Un treno, una notte”, prova d’autore di Dacia Maraini, piccola pièce tra teatro e cinema, è l’allestimento che l’Associazione Musica Antica e Contemporanea propone al suo pubblico a suggello della diciottesima edizione di Musica Nuova Festival, presso il Teatro La Fenice di Senigallia, alle ore 21.00 in prima rappresentazione nazionale assoluta (è stata infatti scritta nel 1988 ma mai rappresentata).
Diversi sono i motivi di interesse della serata: la presenza dell’autrice che, secondo lo stile di Musica Nuova Festival, avrà un incontro con il pubblico, le musiche (“percorsi stilistici”) composte per l’occasione da Roberta Silvestrini (“percorsi stilistici”), alcune eseguite dal vivo dal percussionista Giacomo Sebastianelli, altre per pianoforte e orchestra diffuse da supporti digitali, l’allestimento sobrio (per dare risalto al testo) che prevede la proiezione di immagini girate dal giovane regista Sergio Canneto per “immettere” il pubblico nell’atmosfera del viaggio,,,,,
In una notte qualunque, un treno sfreccia con a bordo persone colte in frammenti di conversazione: due uomini che non si conoscono, un padre ed una figlia, due amiche, voci che si susseguono nel corridoio… Brandelli di umanità che si propongono nel loro fluire quotidiano, osservati e ascoltati in “quei” momenti e di cui si perderà traccia una volta scesi dal treno…
A porgere il testo saranno gli attori Antonio Lovascio, Giorgio Sebastianelli, Francesca Berardi, Massimo Del Moro, Elena Durazzi, Letizia Stortini, Mauro Pierfederici e Serena Veschi, della Compagnia Teatri Solubili, per la regia di Mauro Pierfederici.
Dacia Maraini è oggi una tra le più conosciute scrittrici italiane, e probabilmente la più tradotta nel mondo. La fama della Maraini è dovuta inoltre anche al suo grande talento come critico, poetessa e drammaturgo.
Si è dedicata e continua a dedicarsi al teatro, che vede come il miglior luogo per informare il pubblico riguardo a specifici problemi sociali e politici.
Esordisce nel 1962 con il romanzo La vacanza. Seguono L’età del malessere (1963), Memorie di una ladra (1973), Donna in guerra (1975), Isolina (1985, Premio Fregene 1985, ripubblicato nel 1992; tradotto in cinque paesi), La lunga vita di Marianna Ucrìa (1990, Premi: Campiello 1990; Libro dell’anno 1990; tradotto in diciotto paesi), da cui è stato tratto il film di Roberto Faenza Marianna Ucrìa, Voci (1994, Premi: Vitaliano Brancati – Zafferana Etnea 1997; Città di Padova 1997; Internazionale per la Narrativa Flaiano 1997; tradotto in tre paesi).
Dalla seconda metà degli anni Sessanta scrive molti testi teatrali, tra i quali: Maria Stuarda (1975, rappresentato in ventidue paesi), Dialogo di una prostituta con un suo cliente (1978, rappresentato in venti paesi), Stravaganza (1987, rappresentato in quattro paesi), Veronica, meretrice e scrittora (1991), Camille (1995). Ne I digiuni di Santa Catarina, dramma in un solo atto, Dacia Maraini, rievoca, attraverso i profondi dialoghi tra i due protagonisti — la stessa Catarina e il suo inseparabile scrivano e confidente Frate Neri — alcuni momenti della vita di Caterina da Siena, soffermandosi sulla sua straordinaria esperienza di fede e ascesi, celebrata dal contrasto con le debolezze e i desideri terreni del devoto scrivano.
La prima raccolta di versi, Crudeltà all’aria aperta, è del 1966, seguiranno: Donne mie (1974), Mangiami pure (1978), Dimenticato di dimenticare (1982), Viaggiando con passo di volpe (1991, Premi: Mediterraneo 1992; Città di Penne 1992), Se amando troppo (1998).
Nel 1980 ha scritto in collaborazione con Piera Degli Esposti, Storia di Piera, nel 1986 Il bambino Alberto, nel 1987 La bionda, la bruna e l’asino, nel 1993 Bagheria (Premi: Rapallo-Carige 1993; Scanno 1993; finalista allo Strega 1993; Joppolo 1994; tradotto in cinque paesi), opera in cui Dacia Maraini ripercorre le tappe della sua infanzia isolana, dal momento in cui approda a Palermo da Napoli. Cercando Emma, nel 1996 un libro per ragazzi Storie di cani per una bambina e nel 1998 ha ripubblicato E tu chi eri? 26 interviste sull’infanzia (1973).
I grandi temi sociali, la vita delle donne, i problemi dell’infanzia sono ancora al centro delle sue opere più recenti: Un clandestino a bordo (1996) e la raccolta di racconti Buio (1999) che ha vinto il Premio Strega. Nel 2002 ha pubblicato La nave per Kobe, in cui rievoca l’esperienza infantile della prigionia in Giappone, e Amata scrittura. Laboratorio di analisi letture proposte conversazioni (Bur). Nel 2004 la scrittrice pubblica con Rizzoli il romanzo "Colomba", nel quale accompagna i lettori alla scoperta di una storia dai contorni fiabeschi: una ragazza scompare nei boschi del parco nazionale dell’Abruzzo, la sua giovane nonna prende a cercarla. I motivi della ricerca si mescolano con quelli della memoria familiare e della memoria collettiva di una regione che ha conosciuto la povertà, la pastorizia, il brigantaggio, il terremoto, l’emigrazione di massa.
da Roberta Silvestrini
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