Franceschini a Senigallia: il segretario nazionale del PD riempe Piazza Roma
"Il rischio piu’ grande per un Paese è quello di perdere la memoria"
E’arrivato a Senigallia lunedì 31 agosto alle 19:28, in leggero ritardo rispetto all’appuntamento, Dario Franceschini. Non ha perso tempo con i convenevoli: una stretta di mano al Sindaco Luana Angeloni, alla presidente della Provincia Patrizia Casagrande Esposto e al Presidente della Regione Gian Mario Spacca, poi è salito sul palco accompagnato dalla Senatrice Silvana Amati, Alessio Cinti e Marzia Baioni, coordinatori comunali della mozione.
Ad accogliere il segretario nazionale del PD, oltre alle figure istituzionali, centinaia di persone alcune delle quali hanno aspettato il suo arrivo già dalle 18. Dario Franceschini ha parlato della situazione politica italiana interna ed esterna al Partito Democratico, delle primarie,della sua mozione e dei cinque punti cardine che la compongono: fiducia, regole, uguaglianza, qualità, merito.
"Il rischio piu’ grande per un Paese – afferma Franceschini interrotto più volte dagli applausi – è quello di perdere la memoria. Piu’ passano gli anni e piu’ la Resistenza sembra una cosa lontana, ma in questi giorni e in questi mesi e’ importante ricordare che le libertà di cui godiamo non sono cadute dal cielo, ma sono state conquistate: per questo sto cercando di andare nelle città che ricordano la resistenza. Oggi tutto questo va difeso, per questo dobbiamo continuare a batterci civilmente e pacificamente".
Dario Franceschini, arrivato da Riccione, ha poi proseguito alla volta di Jesi dove era atteso per le 21 alla festa nazionale sull’agricoltura del PD.
Di Alberto Bartozzi
a me ha fatto una buona impressione, mi è sembrato una persona a posto per continuare a fare il segretario...
"per questo sto cercando di andare nelle città che ricordano la resistenza." Ritengo che bisogna aver più coraggio ed andare proprio in quelle città che non la ricordano...è lì che bisogna ricercare quella fiducia che in molti si è persa, dove si ritiene che non ci sia più uguaglianza, dove va dimostrato che la qualità ed il merito non esiste, dove le regole andrebbero ridettate. E' lì, che si debbono recuperare i voti che abbiamo (si abbiamo!!)perduto. E' molto più facile accalorare un pubblico già di per se stesso di parte, che applaude si, ma alla fine lascia invariata la conta finale. Caro il nostro Dario, così facendo si possono vincere delle scaramucce, ma non certamente le guerre.
"Il rischio piu’ grande per un Paese è quello di perdere la memoria"... Intanto abbiamo cominciato a dimenticarci delle querele di D'Alema; e dei suoi abbracci al leader libico (erano i tempi dell'epurazione di Prodi).
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