Senigallia, il Summer Jamboree è anche un viaggio tra i sapori multietnici
Per tutta la durata del “Summer Jamboree - #10” è aperto il Cajun e Tex Mex Diner ai Giardini della Rocca
Dalla cucina creola a quella Navajo, dall’Italian style alle tante variazioni in arrivo e in partenza dal crocevia di Storyville a New Orleans. Anche quest’anno, aprire il menù del Cajun e Tex Mex Diner aperto dal primo all’ultimo giorno del “Summer Jamboree”, Festival internazionale di musica e cultura dell’America anni ’40 e ’50 a Senigallia dal 14 al 23 agosto, è intraprendere un viaggio attraverso sapori e aromi che nel palato evocano luoghi, culture, storie dell’America multietnica di ieri e di oggi.
Il melting pot, l’America delle mescolanze anche in cucina. Accanto a hot dog, hamburger, popcorn di massa, ci sono Jambalaya, enchiladas, tortillas, chili, smoothies hawaiiani, cheesecakes, jalapeno, persino foglie di cactus e tanti piatti che ogni Stato realizza in base alla sua composizione e alla sua storia. Le ricette portate in America dall’immigrazione si presentano in innumerevoli varianti, con ingredienti sostituiti o aggiunti. I piatti quotidiani in America vanno dai tacos messicani al sashimi giapponese, da un tipico arrosto tedesco alle salsicce polacche, fino alla paella spagnola.
Grazie al Cajun e Tex Mex Diner aperto tutti i giorni, si possono gustare i piatti della quotidianità statunitense che però non arrivano con la distribuzione del mercato di massa. Lo chef che seleziona e invita al viaggio attraverso i sapori dell’America è sempre l’apprezzato professionista del gusto e fine conoscitore di tradizioni culinarie del mondo, Andrea Caferri.
Immancabile il Souwestern Barbecue, il Chili con carne y frijoles negros (piatto nato nel Texas, in origine considerato la “zuppa del diavolo” e la cui prima ricetta sembra sia dovuta alla Suora spagnola Maria di Agreda, misteriosamente conosciuta dagli indiani del southwest come la “la dama de Azul”), le Chicken Fajitas del New Mexico, Chicken Sticks, Onion Rings, il Kentucky Fried Chicken, il Cajun Jambalaya. La parola jambalaya si usa per definire un miscuglio di ingredienti le cui origini si rintracciano nell’attuale French Quarter, in realtà fondato dagli spagnoli. Non trovando lo zafferano per la paella infatti, gli spagnoli colorarono il piatto con i pomodori, i francesi aggiunsero il prosciutto, in francese jambon, i nativi Chotow completarono con altri prodotti locali per fare “al modo di”, ovvero in francese “à la” e infine gli afroamericani indicarono il riso con la parola “ya”. Ecco “jambalaya”, parola musicale, perfetta per indicare questo piatto, cantato anche da Hank Williams come dai Terribles de Tijuana.
Come dessert i famosi brownies e la cheesecake nella ricetta della pasticceria Eli’s di Chicago che esporta questo famoso dolce originario da una antichissima ricetta mediterranea e integrata dagli immigranti greci, italiani e anglosassoni. Una delizia di crema di formaggio soffice, dolce, con uova e biscotto croccante.
Diverse le novità presenti nel menù. Le Enchiladas di chili verde y salsa tomatillo sono tortillas avvolte in un ripieno di verdura, fagioli neri, peperoncini jalapenos, formaggio e coperte di salsa tomatillo, ricavata dal “tomatillo” comunemente conosciuto come “mexican tomato”, ma in realtà un frutto scoperto nel XVI secolo e diffuso in tutta l’area tropicale dell’America Latina. Lo Storyville Crawfish à la sauce piquante, tipico di New Orleans, consiste in squisiti gamberi del golfo che si sposano a una salsa a base di pomodoro e peperoncino.
Il Southcalifornia Chicano’s Burrito è il piatto tipico dei Chicanos, eredi dell’impero messicano naturalizzati statunitensi. La loro cucina meso-ispanica è diffusa soprattutto in South California dove vivono e il burrito viene preparato con riso,fagioli e folie di cactus. Da assaggiare le curiose Blue and red corn tortilla chip in Jalapeno-Cilantro. Queste tortillas di mais blu e rosso derivano dalle pannocchie di quel colore, soprattutto quelle blu, molto rare sono considerate dai nativi un cibo pregiato poiché particolarmente ricche di proteine. Al Diner viene servito con a parte una salsa di cilantro e tabasco.
Gli amanti dei panini anche quest’anno trovano l’ormai mitico Poor Boy e il Giant Swing Burger. Ogni città negli anni ha creato il suo particolare sandwhich e New Orleans, secondo porto degli Stati Uniti, ha il suo. Con un traffico di merci e persone così intenso, soprattutto con tutta l’area dei Caraibi, la città presenta una mescolanza di saperi e tradizioni, una vivacità culturale, che si sono manifestate soprattutto nella musica e nella cucina. Eredità francese, fantasia caraibica, praticità statunitense. I chioschi iniziano così a servire baguette francesi croccanti con polpa di granchio del golfo fritta e insalata condita con la maionese alla senape, più un pizzico di Tabasco. La storia narra che un giorno un ragazzo appena sbarcato da una delle numerose navi del porto, si mise a fissare intensamente uno di questi panini. La signora che serviva al chiosco, impietosita gliene regalò uno dicendo alla cucina: “C’mon, give a sandiwich to this poor boy!”. Da allora, il panino con la polpa di granchio, poi declinato in molte altre versioni, è conosciuto come “Po’Boy”.
Altra novità del Diner 2009 è il Navajo Fried Bread, piatto che per i Navajo rappresenta una tradizione sacra, oggi vissuta durante gli incontri detti “pow how”, un modo per ricordare gli antenati. Originari delle terre tra le quattro montagne sacre fra Arizona, Utah, Colorado e New Mexico, i Navajo subirono feroci aggressioni e circa 5.000 di loro, insieme con gli Apache Mescalero, furono imprigionati per 4 anni a Bosque Redondo, nel New Mexico. Il Governo statunitense mandò loro soltanto farina, sale, zucchero e lievito. Da questi ingredienti poveri nasce il Navajo Fried Bread. Infine, quest’anno ci sono anche le Pancakes. La storia dice che gli americani provarono a imitare la raffinatezza dei francesi, ma invece delle sottili crepes fecero le Pancakes, un po’ più soffici, un po’ più spesse e pronte per essere guarnite in mille modi. Oggi sono il simbolo della colazione americana dolce e se volete fare gli americani, inondateli di sciroppo d’acero.
Per chi sceglie di fare l’americano, il menù “Tu vuo fà l’americano” propone spaghetti cacio e pepe, spaghetti all’amatriciana, gnocco fritto e finocchiona, frittura di mare o cuoppo di paranza, fritto misto all’italiana e immancabili patate fritte. Accanto all’Hawaiian coffee, nella caffetteria ci saranno gli smoothies, frullati tipici delle Hawaii con frutta tropicale: Blu Hawaii Smoothies come il famoso film di Elvis girato sulle paradisiache isole e Pina Colada Smoothies con ananas, frutto tipico delle isole dove sembra sia il più gustoso del mondo. Infine un curioso Smoothies con frutta e birra…
Ideato e organizzato dall’Associazione Culturale Summer Jamboree (diretta da Angelo Di Liberto, Andrea Celidoni, Alessandro Piccinini) il festival è promosso dal Comune di Senigallia con la partecipazione della Provincia di Ancona, Sistema Turistico della Marca Anconetana e Regione Marche. Main sponsor dell’evento è UniCredit Banca di Roma. Sponsors: Birra Theresianer, Abbondio (since 1889), Negroni antica distilleria, Delta Motors. Media partner Virgin Radio. Il “Summer Jamboree” nasce quasi per scommessa e oggi è uno dei principali appuntamenti dell’agenda estiva italiana, sicuramente il più grande e importante festival del genere in Europa, nonché tra i primi tre al mondo.
INFOLINE: 392.239.28.38 – www.summerjamboree.com
sai che odori il giorno dopo con quella roba...
Per poter commentare l'articolo occorre essere registrati su Senigallia Notizie e autenticarsi con Nome utente e Password
Effettua l'accesso ... oppure Registrati!