Si è svolto nella serata di venerdì 24 all’auditorium San Rocco di Senigallia l’atteso incontro organizzato dal Comitato Versus Complanare e dal Csoa Mezza Canaja con il prof. Paolo Berdini, docente di urbanistica all’Università Tor Vergata di Roma.

L’incontro dal forte titolo "L’urbanistica delle regole versus l’urbanistica della svendita della città e del territorio" ha visto tra il pubblico i Consiglieri Gambelli (Udc) e Mancini (Prc) e tanti cittadini, non solo quelli interessati dalla "vicenda Complanare". Assenti invece i rappresentanti della maggioranza e dell’Amministrazione Comunale, cui il relatore, introdotto dall’ing. Stefano Bernardini, ha fatto costantemente riferimento per quanto riguarda la politica dell’edilizia selvaggia.

Berdini, marchigiano, ha sottolineato le numerose analogie tra il caso di Senigallia e la città di Roma, dove l’edilizia negli utlimi venti anni, come nel resto d’Italia d’altronde, ha spazzato via qualsiasi regola urbanistica, viaria e soprattutto civica, in virtù della connessione tra imprenditori e amministratori.

"Non ci sono contrappesi – ha affermato il professore – per valutare l’operato degli Amministratori. Gli stessi accordi di programma vengono solo ratificati dai vari consigli comunali, pena la decadenza dell’organo stesso". E allora chi decide cosa, dove e quando costruire? "Troppo forte è il connubio tra le famiglie potenti dell’edilizia e i vari amministratori comunali, i qualioperano spesso fregandosene delle regole, dei piani regolatori, della vivibilità della città stessa. Dire no alla Complanare, a questa strada che in pochi chilometri prevede un numero spropositato di svincoli, è la cosa giusta da fare. Non è con questa strada che si risolvono i problemi di Senigallia, tanto più che se togliamo pezzo per pezzo il paesaggio di Senigallia con le complanari che arrivano fino al mare e gli ecomostri in collina, nemmeno il turista arriverà più a Senigallia".

E allora a chi serve questa strada?

di Carlo Leone