Nella giornata di lunedì 13 un episodio di cronaca, durante un controllo dei Carabinieri su di un giovane immigrato, ha mobilitato i ragazzi del CSOA Mezza Canaja, del Movimento migranti Terza Italia, poi sfociato in un corteo per le vie del centro di Senigallia per finire sotto la caserma dei Carabinieri.

L’antefatto.
Intorno alle ore 19 una gazzella dei Carabinieri di Senigallia, durante un’operazione di controllo, ha fermato un extracomunitario nel piazzale davanti al Matt Bar sulla Statale, all’altezza del rione Porto. Alla richiesta di esibire i documenti, il giovane, di cui si conosce per ora solo il nome Yousefh, avrebbe consegnato ai Carabinieri un regolare permesso di soggiorno.

Fatto questo si sarebbe diretto improvvisamente verso l’interno del bar con la scusa di comprare una bottiglietta d’acqua, comportamento che avrebbe insospettito i due militari dell’arma. Temendo un tentativo di fuga, il giovane, da anni residente a Mondolfo, è stato trattenuto per un braccio. Sotto gli occhi di alcuni testimoni, nel divincolarsi, sembra sia nata una piccola collutazione in cui il giovane sarebbe finito a terra, forse spinto dai militari nel tentativo di ammanettarlo. Condotto alla caserma di Senigallia, gli è stato notificato l’arresto per resistenza e violenza a pubblico ufficiale.

Il corteo.
Alle ore 22:30, poche ore dopo l’episodio, un corteo di manifestanti si è diretto passando per le vie del centro cittadino sotto la caserma dei militari con striscioni e fumogeni. Due giovani, in qualità di responsabili della delegazione, sono stati fatti entrare per chiarire la situazione col maresciallo dell’arma, sostenendo con forza la gravità dell’episodio, secondo loro un abuso di potere contro il "capro espiatorio" del migrante.

Subito dopo l’incontro, il corteo si è diretto verso il rione Porto da dove era partito, per poi sciogliersi. Insomma un nuovo episodio che ha subito infiammato la protesta nel quartiere a più alta densità di residenti immigrati dopo l’arresto dei cinque ragazzi senegalesi di qualche mese fa, sempre con modalità che i centri sociali hanno condannato fermamente.

di Carlo Leone