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La Scuola ha bisogno di genitori associati

da Age Senigallia


Age SenigalliaAlla Marchetti, martedi 12 giugno dalle 17,30 alle 19,30, dopo un anno scolastico denso di attività e di iniziative, tireremo le somme su quanto sia cresciuta la tensione e la motivazione alla costruzione di un’alleanza tra tutti quelli che hanno a cuore l’educazione dei nostri ragazzi.
Si sta profilando la riforma degli Organi Collegiali della scuola, il Ministero ha avviato un percorso di confronti e di mobilitazioni alla ricerca di idee nuove e di strategie che siano in grado di rilanciare la partecipazione dei genitori alla vita scolastica. Nei dibattiti, che si stanno moltiplicando, emerge con sempre maggior evidenza l’equivoco presente nel termine "genitore". Quando si parla di loro non si fa distinzione tra coloro che si occupano esclusivamente del proprio figlio e coloro che hanno voglia, disponibilità e competenze per occuparsi di tutti i ragazzi di una scuola. Dirigenti e docenti non fanno differenza nel considerare i diritti e i doveri degli uni e degli altri, trattandoli allo stesso modo, con il risultato di non riuscire a trovare il bandolo per un loro proficuo coinvolgimento.
Così capita che illustri esperti accusano i genitori di una cosa e del suo contrario: mentre denunciano il loro disinteresse nei riguardi della scuola, allo stesso tempo mettono in guardia quest’ultima dalla loro invadenza, che rischia di travolgerla con pretese e reazioni inconsulte. Ne consegue la contraddizione per cui: o i genitori sono un problema e allora è meglio non farli entrare nelle scuole, oppure se ne esigiamo la partecipazione vuol dire che sono una risorsa.
L’esperienza di quarant’anni di associazione ci ha fatto toccare con mano che i genitori sono l’una e l’altra cosa. Essendo più di venti milioni di individui, tra loro vi sono quelli problematici e quelli che invece possono davvero costituire la prima difesa per una scuola, posta nel mezzo delle molte problematicità della società attuale.
Va colta e regolamentata la grande differenza tra i genitori, centrati sui propri interessi e quanti allargano la propria attenzione alla scuola, alla politica familiare, ai diritti dei bambini. Sono quest’ultimi che spesso si associano ed "insieme" riescono a creare con le scuole quelle "comunità educative", che tutti auspicano. Ebbene, in occasione della riforma degli organi collegiali, è necessario cogliere questa problematica e trovare soluzioni efficaci ed appaganti.
L’attenzione va posta, quindi, anzitutto sulla partecipazione e sul come rilanciarla, piuttosto che sulla semplice revisione della composizione dei consigli. Un riferimento prezioso per la soluzione del dilemma è rappresentato dalla recente Costituzione dell’Unione Europea, la quale afferma autorevolmente come gli organi della partecipazione sono le associazioni e non i consigli che sono, invece, organi di rappresentanza. Come a dire che nella scuola si consuma un equivoco curioso: mentre si chiede ai genitori di partecipare, nello stesso tempo si impone loro di delegare alcuni a rappresentarli negli organi collegiali.
Nella riforma occorre allora definire le modalità per riconoscere e potenziare le associazioni, che mobilitino la partecipazione dei genitori e diventino il primo riferimento per gli eletti nei consigli.
Anche per valorizzare l’associazionismo dei genitori si possono trovare spunti interessanti nelle esperienze storiche della Francia, della Catalogna, in Germania, in Gran Bretagna. Ci vuole solo il coraggio di aver fiducia sincera nei genitori, come, d’altra parte, la si è avuta anche in Italia nei riguardi degli insegnanti, che da quant’anni dispongono nella scuola sia di appositi organi per la rappresentanza (Consigli di classe, di Istituto, Consiglio Nazionale…), sia di un capillare e forte associazionismo professionale e sindacale sostenuto in vari modi (distacchi dal lavoro, assemblee in orario di servizio, incontri obbligatori e periodici con i dirigenti ai vari livelli).
Purtroppo la scuola preferisce rapportarsi con i genitori singoli e non ne facilita l’organizzazione in associazione. Approfitta delle loro disponibilità volontarie in tante occasioni, ma poi, li rimanda gentilmente a casa, senza farsi carico di dare continuità e strutturazione al volontariato spontaneo. Non si coglie la differenza che pure è evidente, anche nei piccoli Comuni, dove non ci si limita a chiamare dei volontari musicisti a suonare in piazza, ma si investe denaro e risorse organizzative perché si costituisca la banda comunale e nascano numerose le associazioni sportive, ecologiste, culturali e di volontariato sociale.
La prossima riforma degli organi collegiale deve sancire la presenza e i compiti delle libere associazioni dei genitori nella scuole, con impegni precisi da parte della scuola nel facilitarne la costituzione e l’operatività. Come accade in ogni settore anche in quello scolastico le associazioni sono in grado di vivificare l’esperienza di adulti e ragazzi, facendo leva sui molti "genitori sociali", disposti a dedicare tempo ed impegno in favore di una scuola sempre più accogliente ed efficace.

Redazione Senigallia Notizie
Pubblicato Lunedì 11 giugno, 2007 
alle ore 10:10
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