Andrea Mattiussi per il Premio Senigallia di Poesia
Un percorso di ricerca artistica
Nella ideale galleria che riunisce gli artisti collaboratori del Premio Senigallia di Poesia vi sono presenze di altissimo rilievo e di livello internazionale: Gianni Dova, Umberto Mastroianni, Ernesto Treccani.
A questi va aggiunto un notevole numero di artisti marchigiani che riaffermano l’eccellenza della nostra regione nel campo della grafica: Bruno D’Arcevia, Arnoldo Ciarrocchi, Carlo Iacomucci, Oscar Piattella, Valeriano Trubbiani, Walter Valentini.Infine anche alcuni senigalliesi. Giorgio Ciacci addirittura 26 anni fa, Dante Panni, Walter Bastari, Luciano Casaroli.Per incrementare quest’ultimo gruppo ma soprattutto per lanciare nel mondo dell’arte un giovane di grandi meriti ma ancora poco conosciuto è stato prescelto, per l’edizione 2007, Andrea Mattiussi di Senigallia.
Mattiussi sta preparando una lastra con un omaggio alla spiaggia di Senigallia che poi personalizzerà con un tocco di acquerello; così le 100 copie che verranno tirate dell’opera, tutte numerate e firmate a matita, saranno diversificate con l’intervento manuale in ognuna di esse dell’artista.
Il critico Gabriele Tinti che presenterà l’artista nella cartella che conterrà l’opera, ha detto: "Il lavoro di Andrea Mattiussi è un lavoro che – per la perizia del proprio fare e per le scelte tecniche decise – potremmo definire tradizionale. Una definizione però che non va presa come riduzione di valore, come rilevazione di una mancanza d’originalità. Anzi, in lui vale senz’altro l’opposto. La sua è un’opera difatti che si pone con atteggiamento concettuale in continuità con la tradizione tutta ed in particolare con la tradizione pittorica – da queste parti, inutile sottolinearlo, di enorme peso -, ed in continuità sia per le tematiche scelte – lologicamente estratte da un mondo passato – che per l’attenzione dimostrata al linguaggio suddetto. Ma, proprio per il fatto di essere un lavoro concettuale – d’altronde l’unica operatività possibile oggi -, la sua non è una ripresa artigianale, priva di spunti innovativi, della pittura, bensì è un lavoro che si esplica come ragionamento attorno ad essa. Un ragionamento che riceve il proprio attivante fabrile da suggestioni passate, come s’è detto, e che trova la sua identità specifica nei PPP (primissimo piano) di forme, oggetti, di cose ritenute significative da una sensibilità che è storicistica. Il meglio di Mattiussi è infatti rilevabile nel momento in cui ci restituisce – attraverso un procedere pittorico di grande qualità, attento non solo a tenere la temperatura d’un ragionamento ma anche a formulare correttamente gli specifici linguistici – il Mazzocchio – copricapo tipo della Firenze del Quattrocento – in delle serie che lo rappresentano oggettivamente – quasi come fosse il (s)oggetto costitutivo di frame d’un film sulla metafisica – in pianta ed in sezione. Serie, questa, di notevole poesia suscitata dall’ambiguità con la quale questo copricapo – attraverso un particolare utilizzo del colore e del formare – viene reso. Ambiguità che in parte ci rimanda ad un mondo passato ed in parte al presente tecnologico e meccanico. In questa incertezza – che è indefinibilità di fruizione – Mattiussi fonda la seduzione della propria arte."
Andrea Mattiussi è nato a Venezia nel 1969, dopo essersi diplomato Maestro d’Arte a Macerata frequenta l’Istituto d’Arte di Urbino (Scuola del Libro) conseguendo il diploma di Maturità nelle discipline di Grafica e Comunicazione Pubblicitaria. Nel 1994 si diploma presso l’Accademia Statale di Belle Arti di Venezia nel corso di Pittura e Tecniche dell’Incisione.
A partire dal 1993 partecipa a numerose mostre collettive d’arte.
La sua opera si basa sostanzialmente su un’approfondita ricerca e studio del disegno e utilizzo del colore, attraversando l’opera dei grandi maestri del passato, dagli esponenti dell’Arte prerinascimentale e barocca fino agli interpreti dell’arte moderna.Questa continua ricerca si evidenzia sia nella produzione pittorica che in quella incisoria caratterizzata da un’attenta sapienza tecnica.
Il lavoro di Mattiussi va inteso quindi come un percorso di ricerca che inizia tenendo conto degli esempi più significativi dell’arte europea utilizzando le tecniche tradizionali di rappresentazione quali il disegno, la pittura su tavola o su tela , le tecniche dell’incisione ma con l’interesse per soluzioni ed intenti originali. Anche l’utilizzo del colore che molto spesso si basa sulla scelta di poche tonalità di base calde e ambrate concorre ad evocare atmosfere legate alla memoria, con un’attenzione alle gradazioni d’intensità tra le ombre proprie e le ombre portate dai vari oggetti.
Associazione La Fenice
Per poter commentare l'articolo occorre essere registrati su Senigallia Notizie e autenticarsi con Nome utente e Password
Effettua l'accesso ... oppure Registrati!