Francesco Moser ospite del Rotary Club e Panathlon Club di Senigallia
Un meeting sui temi salienti del ciclismo di ieri e di oggi
Rotary Club e Panathlon Club di Senigallia hanno avuto la preziosa opportunità di approfondire con Francesco Moser, prestigioso ospite nel meeting tenutosi presso il ristorante "La Corte", i temi salienti del ciclismo di ieri e di oggi: ad accogliere il pluricampione delle "due ruote", il presidente del Rotary dottor Giampaolo Capetti, il presidente del Panathlon dottor Paolo Pizzi, il governatore del V° distretto Panathlon dottor Gianni Bambozzi, l’assessore allo sport del comune di Senigallia dottor Fabrizio Volpini, oltre ad alcuni personaggi carismatici del ciclismo marchigiano, tra cui l’ex professionista corinaldese Rodolfo Massi ed il vice-iridato di ciclocross Amerigo Severini, dei quali il dottor Capetti ha esposto all’inizio della seduta i "curriculum vitae", raccogliendo gli applausi della assemblea. Il dottor Capetti ha tratteggiato anche la carriera di Francesco Moser, scandita da ben 261 vittorie (solo Merckx e Van Looy hanno vinto di più tra i professionisti), da tre record dell’ora, dal titolo mondiale di San Cristobal, dall’altro titolo mondiale colto nell’inseguimento nel 1976, da tre titoli nazionali, oltre a un Giro d’Italia professionisti, a tre Parigi-Roubaix, a una Milano-Sanermo, due Giri di Lombardia, due Tirreno-Adriatico, una Freccia Vallona, cinque Trofei Baracchi e 60 tappe in altrettanti giri ciclistici (2 al Tour de France e 23 al Giro d’Italia). Moser ha ripercorso la sua vicenda sportiva dal debutto ad appena diciotto anni di età, sulla scia dei fratelli Aldo e Diego, anch’essi professionisti, sino a quando, ormai 37, appese la bici al fatidico chiodo. Si è soffermato sui problemi e sulle prospettive del ciclismo attuale, ad esempio sul complesso rapporto fra le "due ruote" ed i mass-media: una volta, ha sostenuto il campione di Palù di Giovo, le cronache venivano alimentate da classiche rivalità sportive (tipica quella fra Bartali e Coppi, ma anche quella più recente fra lo stesso Moser e il suo amico-avversario Saronni), che richiamavano l’attenzione del pubblico e giovavano alla popolarità delle "due ruote". Adesso invece si tende a premere troppo su aspetti come quello del doping, che non appartengono solo al ciclismo ma a tanti altri sport, con l’unica differenza che un episodio che si verifica negli ambienti ciclistici viene enfatizzato assai più di quanto non succeda per altre discipline. Francesco Moser ha anche rievocato passaggi importanti della sua carriera, oggi sintetizzata anche in un bel volume monografico del giornalista Diego Nart, che è stato messo a disposizione degli interessati alla fine della serata senigalliese, nella quale il campione trentino è stato salutato da diversi amici corinaldesi (Felice Saccinto, Paolo Mantoni, lo stesso sindaco Livio Scattolini, l’assessore allo sport Fernando De Iasi ed altri).
Ilario Taus
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