Via Crucis a Senigallia, 15esima giornata di preghiera per i missionari martiri
Sabato 24 marzo
Sabato 24 marzo alle ore 21 in Cattedrale si svolgerà la Via Crucis, organizzata dalla Diocesi di Senigallia ed animata dai volontari.
"I missionari uccisi speranza per il mondo" questo il tema della via crucis di quest’anno. Sabato, infatti, si celebra la quindicesima giornata di preghiera e digiuno per i missionari martiri e ad ogni stazione della via crucis verranno ricordati alcuni martiri del nostro tempo, che hanno versato il loro sangue per Cristo, facendo così di tutta la loro vita un dono e un segno di speranza per il mondo d’oggi. Nel corso del 2006 ben 24 missionari hanno pagato con la vita la loro fedeltà al mandato di Gesù "andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura" e hanno speso la loro vita al servizio dei più poveri.
Le loro testimonianze ci invitano ad essere ancora più forti nella fede, a credere che una nuova umanità è possibile, a sperare in un futuro migliore.Una vita spesa per amore ha la possibilità di trasformare le coscienze, cambiare la mentalità e le condizioni di vita. La loro morte e il loro martirio non debbono essere motivo di tristezza, ma fonte di forza, energia e speranza per chi resta. E’ un seme che muore, ma che è anche promessa di spighe turgide. Il martirio è la manifestazione della morte cristiana nella sua dimensione escatologica, perché orienta lo sguardo e la vita dei cristiani e del mondo intero verso il regno di Dio, regno di giustizia, d’amore e di pace.
La via della croce non è solo dolorosa ma anche luminosa. Il martire ci dice col suo sangue che vale la pena di vivere per Cristo e per i fratelli, ma vale anche la pena di morire per loro.
La loro fede è capace di dare senso anche al più profondo dei non-sensi come il dolore e la morte
I martiri sono morti che parlano anche di una fraternità che non conosce frontiere e di un legame, in nome della fede, tra genti di cultura e di paesi diversi. Per i missionari uccisi la gente di paesi e spesso di religioni diverse era tanto importante da rischiare la vita per loro. "E’ l’ecumenismo dei martiri e dei testimoni della fede – diceva Giovanni Paolo II – che indica la via dell’unità ai cristiani del ventunesimo secolo. Che il loro sacrificio sia concreta lezione di vita per tutti".
Sono uomini e donne al seguito di Cristo che hanno mostrato che il perdono e l’amore sono più forti dell’odio: con il loro sacrificio ci indicano che il Signore è ancora oggi risorto e vivo, colui che vince il male e la morte.
Barbara Assanti
Ufficio Stampa Caritas Diocesana
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