In un momento nel quale le cronache ci martellano di continuo con i casi cosiddetti di "malasanità" vogliamo brevemente riassumere una storia che parla di sanità buona, di umanità e di speranza!
E’ la storia di un uomo affetto da oltre 17 anni, ovvero da quando aveva 50 anni, da gravi problemi di salute, approdato lo scorso mese di Gennaio alla Unità di Terapia Intensiva Coronarica dell’Ospedale di Senigallia e, successivamente, al reparto di Cardiologia diretto dal Dott. N. Ciampani. Questo per due volte consecutive, a distanza di pochissimi giorni, a causa di ischemie cardiache.
Non vogliamo parlare delle cure prestate, eccellenti e degli esami eseguiti, molto approfonditi, perché quando ci rivogliamo ad una struttura sanitaria è "scontato" che ci aspettiamo professionalità e competenza, ma ci sono cose che vanno oltre l’aspetto puramente professionale e la tecnica e queste non possiamo darle per scontate in quanto si entra nella sfera personale dei professionisti che si prendono cura di noi.
Non sempre si incontrano persone comprensive, pazienti, umane, cortesi, sensibili e, sicuramente anche noi, condizionati dai fatti di cronaca di cui sopra o esasperati per una malattia nostra o di un nostro congiunto, non sempre siamo ben disposti nei loro confronti.
La storia di quest’uomo purtroppo finisce male, il 10 Marzo 2007 al Policlinico San Donato di San Donato Milanese, ad una manciata di ore da un intervento ai limiti della chirurgia durato 11 ore, un intervento ad altissimo rischio che ha coinvolto un Cardiochirurgo di fama mondiale ed una intera equipe medica e chirurgica, un intervento che, tuttavia, pur essendo l’ultima chance, rappresentava per il paziente una SPERANZA.
Ebbene noi vogliamo in queste righe sottolineare quanto sia stato importante per quest’uomo e per la sua famiglia aver potuto sperare e desideriamo ringraziare tutti i Professionisti che hanno fattivamente contribuito ad alimentare questa speranza, dal Primario dell’U.T.I.C. e Cardiologia dell’Ospedale di Senigallia, Dott. N. Campani che si è assunto la responsabilità di tenere un paziente non gestibile nel suo reparto ben oltre i tempi normalmente ammissibili, dimostrando profonda umanità e comprensione, tutti i medici di Reparto, in particolare il Dott. Mariani che tanto si è prodigato per trovare una struttura che volesse almeno provare a risolvere una situazione così delicata e che è riuscito, con parole semplici e con il sorriso sulle labbra, a rendere in qualche modo meno pesante la grave e coraggiosa decisione che il paziente ha dovuto prendere.
Il Personale infermieristico e ausiliario che, a contatto con il paziente per tanto tempo, non gli ha mai fatto mancare, oltre all’assistenza, un sorriso, una battuta e tanto incoraggiamento, fino all’ultimo momento prima di partire per il suo viaggio di speranza.
Questi sono aspetti che, nonostante la tragica scomparsa del nostro familiare, ci consolano nel nostro momento di immenso dolore e che vogliamo rendere pubblici affinché servano da incentivo a coloro che operano con i malati a continuare a vedere in loro anche il lato umano e a coloro che soffrono e ai loro familiari ad avere fiducia e speranza.
Infine, nonostante il poco tempo trascorso al Policlinico San Donato, desideriamo esprimere il nostro profondo riconoscimento nei confronti del Primario, il Prof. Menicanti e dell’intera equipe cardiochirurgia, in particolare ill Dott. Pusceddu, per aver fatto tutto il possibile per ridurre al minimo il rischio intervento e, soprattutto, per averci provato con tutte le loro forze.
A nome di Vittorio Discepoli, grazie di cuore!

Stefania e Leondina Discepoli