L’Urbino su rigore piega la Vigor Senigallia
Urbino 1 Vigor Senigallia 0
L’aria della primavera sembra fare molto bene all’Urbino: al sole di oggi infatti assieme alle margherite sono risbocciati anche i ragazzi di Bravi che mettono cuore e carattere in questa partita così importante per entrambe le squadre. Tre punti fondamentali che per la Vigor significherebbero una spinta verso i play off e per l’Urbino una salvezza dal vortice dei play out. Ma l’ago della bilancia pende verso ì padroni di casa che riescono a fermare quel treno di Senigallia che filava liscio da ben nove giornate, ma soprattutto a tener lontano dalla porta il bomber Camilletti, primo in classifica marcatori. Già nei primi minuti si vede un Urbino frizzante con Gorgolini show che, sulle fasce, salta sistematicamente ìl suo marcatore mandando in tilt la difesa avversaria e creando numerose occasioni da goal, fino a quella benedetta che arriva al trecidesimo costruita con Guidi: Gorgolini stilla fascia destra serve la punta gialloblu che però davanti alla porta viene atterrato da un difensore avversario. Rigore, che Guidi infila alla sinistra del portíere Moroni. Per quanto riguarda la Vigor c’è poco da dire nel primo tempo che ha praticamente visto un monologo dell’Urbino che dopo la brutta gara infrasettimanale aveva tanta voglia di riscattarsi e di fare goal. Si, l’importante però è prendere nella porta giusta: infatti ben due volte si la difesa metaurense ha rischiato di insaccare nella propria rete nel tentativo di deviare la palla; prima Bonci becca il palo poi Simoncelli la traversa. Alla ripresa l’Urbino mantiene i nervi saldi non riesce a costruire azioni concludenti ma tiene lontani gli avversarì dalla propria area di rigore neutralizzando letteralmente quel fattore C che è il terrore del girone d’eccellenza: un Camilletti anonimo per tutta la partita e regolarmente soffocato dalla maglia difensiva avversaria, è riuscito ad alzare la testa solo in due occasioni negli ultimi minuti : ad inizio ripresa ,con una conclusione su punizione da 30 metri deviata in angolo da un difensore e poco dopo, con una splendida rovesciata che dopo aver toccato terra s’impenna sopra la traversa. Insomma, lunghi periodi di bonaccia per Paniccià che è stato chiamato in causa poche volte. Al novantesimo arriva l’occasione del raddoppio ma sempre sui piedi di Giambartolomei, prima Moroni poi un difensore, respingono la sfera sulla riga e per un soffio trovano scampo dal due a zero.
di Lucia Marchetti
dal Corriere Adriatico
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