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Alla Piccola Fenice di Senigallia Vedi Napoli e poi muori

Giovedì 15 e 22 febbraio alle ore 21


Enrico CariaDa quando gli è stata assegnata la scorta, in seguito alle minacce subite per l’uscita del libro-inchiesta Gomorra con nomi e cognomi della malavita partenopea, l’unico modo per vedere e ascoltare la voce di Roberto Saviano è il film in programmazione straordinaria alla Piccola Fenice di Senigallia giovedì 15 e in replica anche giovedì prossimo 22 febbraio, con spettacolo unico alle 21.
C’è infatti anche il ventottenne autore del libro-caso sulla camorra di Napoli o meglio sul “Sistema”, vincitore del premio Viareggio Repaci tra le testimonianze raccolte nel docufilm di Enrico Caria, altro napoletano emigrato e autore tra gli altri del popolarissimo programma Tv “Le iene”. Realizzato anche insieme con Felice Farina, Vedi Napoli e poi muori è già stato proiettato giovedì scorso a Senigallia riscuotendo notevole attenzione da parte del pubblico marchigiano. Montaggio di documenti d’epoca e materiale contemporaneo, innesti di video e di animazione, articoli di giornale, testimonianze, interviste, il linguaggio cinematografico usato in Vedi Napoli e poi muori è quello di Michael Moore. Linguaggio che evoca la multiforme, inafferrabile fisionomia di una città spaccata a metà e a rischio di perdere la sua identità tra casermoni e golfo, periferia allo sbando e appariscenti incontri internazionali. Sul pubblico l’effetto è una miscela a metà tra la leggerezza satirica che viene dall’esperienza di Caria e la riflessione amara sull’immagine della città partenopea proposta e sulle vicende di Saviano. Sia nel libro, sia nel documentario proposto alla Piccola Fenice, il ritratto di Napoli negli ultimi 20 anni è agghiacciante e nonostante i proclami di “rinascimento” in questi anni, si mostra invece in tutta la sua staticità. Tra le interviste, oltre a Saviano ci sono la scrittrice Valeria Parrella, il parroco di Scampia don Vittorio Siciliani, persone comuni, abitanti dei quartieri caldi, politici che tentano di resistere alla “istituzione camorra”. La stessa che ha però messo sotto scacco Saviano. Ne è nato anche un appello firmato da lettori e scrittori tra cui Massimo Carlotto che denuncia quell’isolamento “fatto da ciò che non ti fanno e che vogliono farti credere ti faranno. Ma intanto ti fermano, creano diffidenza intorno, screditano, insultano, allontanano tutti dalla tua vita perché mettendo paura ti creano attorno il deserto. A questo punto devono venire fuori altre voci”. Alcune di queste voci “contro” sono raccolte nel film Vedi Napoli e poi muori, evento speciale inserito nella programmazione di febbraio.
La rassegna del mese “L’età inquieta” prosegue con “The Yes Men” in versione originale con sottotitoli in italiano, venerdì 16 alle 21 e sabato 17 alle 20.30 e 22.30.
La prossima settimana sarà la volta di Ma che ci faccio qui, in proiezione sabato 24 e domenica 25 alle 20.30 e 22.30 e lunedì 26 alle 21.

Alessandro Piccinini
Pubblicato Giovedì 15 febbraio, 2007 
alle ore 9:37
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