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The Road to Guantanamo al Mezza Canaja di Senigallia

Giovedì 25 alle ore 21.30


Road to GuantanamoProsegue al C.S.A. Mezza Canaja a Senigallia la rassegna Te lo faccio veder io.Questa sera giovedì 25 gennaio alle ore 21.30 sarà ala volta di The Road to Guantanamo.
Testimonianze come quelle di Primo Levi, Anna Frank, Elie Wiesel si credeva appartenessero alla storia della letteratura, ad un periodo storico la cu i memoria viene celebrata, affinché errori ed orrori legati alla stupidità dei nazionalismi del novecento non vadano nell’oblio o addirittura negate con la possibilità di ritrovare agibilità politica. Si credeva che teorie sul culto dell’essere apparten essero a qualche folle sobillatore sulla scia di Julius Evola, incentivato dagli apparati dei regimi con l’intento di creare cultura per le masse.
Si credeva che rappresentazioni cinematografiche incentrate su terrificanti condizioni umane generate dall o stesso uomo, di teatri dell’orrore analoghi ad Auschwitz e Dachau fossero semplicemente ricostruzioni di quel passato fortemente condannato. D opo la visione del film di Michael Winterbottom potrete dire che vi siete sbagliati, che la storia conferma brutalmente la sua ciclicità e che in questa folle rincorsa mediatica nello stabilire nel conflitto medio- orientale chi è il bene ed il male, ch i il prossimo vinto e vincitore, bisogna purtroppo continuare a domandarsi "se questo è un uomo".
Nel settembre del 2001 quattro giovani di Tipton, Inghilterra, e cioè Ruhel, Asif, Shafiq e Monir partirono alla volta del Pakistan in occasione del matrim onio di Asif con una ragazza del Punjab. Mentre erano in Pakistan visitarono una moschea in cui l’Imam invitò i giovani ad aiutare la gente dell’Afghanistan. Forse guidati da spirito di avventura i quattro partirono per vedere la realtà di un paese ormai sotto l’attacco degli Stati Uniti. Poco dopo i quattro furono catturati dall’Alleanza del Nord. Da quel momento non si ebbe più notizia di Monir. Gli altri tre ragazzi dopo dieci giorni vennero trasportati segretamente a Guanta namo con l’accusa di essere membri di Al-Qaeda. I tre restarono in prigionia a Cuba per oltre due anni, finché per una coincidenza (o meglio, per incompetenza dei servizi segreti statunitensi nella fabbricazione delle prove) non riuscirono a dimostrare la propria innocenza.
Con le sue celle due metri per due all’aria aperta, avvolte da fili di ferro che gli danno l’aspetto di una gabbia, con i tetti di compensato e pavimenti di cemento il campo di prigionia di Guantanamo, secondo gli ultimi rapporti d i Amnesty International, della Croce Rossa Internazionale e svariate inchieste giornalistiche culminanti con il vivace intervento dell’Alto Commissario per i Diritti dell’Uomo dell’ONU ovvero l’ex presidente della Repubblica d’Irlanda Mary Robinson che esortava gli Stati Uniti al "rispetto degli obblighi internazionali", possiede tutte le condizioni per essere considerato un campo di concentramento. Solo 10 persone su 500 presentano un capo di i mputazione con conseguente rinvio a giudizio, diversi detenuti hanno denunciato di essere stati vittime di violenze e pestaggi e venivano alimentati a forza: alcuni hanno riportato lesioni causate dall’inserimento brutale di cannule e tubi nel naso. Le dichiarazioni di George W.Bush circa i prigionieri, vengono riportate inizialmente nella proiezione: "Quello che sappiamo, è che queste persone sono catti ve", recitava davanti alle telecamere di tutto il mondo, con un ritardo di settanta anni rispetto le aberranti dichiarazioni di Hitler circa gli ebrei: "l’Ebreo è colui che avvelena tutto il mondo".

Centro Sociale Autogestito
Mezza Canaja

Redazione Senigallia Notizie
Pubblicato Giovedì 25 gennaio, 2007 
alle ore 9:09
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