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Senigallia: una messa a conclusione di un anno formativo per i volontari

Venerdì 9 giugno una messa celebrata dal Vescovo Mons. Giuseppe Orlandoni


Venerdì 9 giugno alle ore 21 in Duomo sarà celebrata dal Vescovo Mons. Giuseppe Orlandoni una messa, animata dai volontari della diocesi, a conclusione di un anno formativo particolarmente intenso.
La celebrazione eucaristica, in vista del convegno ecclesiale di Verona, è aperta a tutti, in particolare ai volontari che hanno concluso il percorso formativo di quest’anno, in cui l’obiettivo era passare dall’idea della semplice accoglienza a quella della presa in carico dell’altro, per aiutare le persone più deboli a recuperare piena cittadinanza alla pari degli altri. Per raggiungere questo scopo un ruolo centrale spetta alla formazione, che intende fornire ai volontari gli strumenti giusti per sapersi relazionare correttamente con gli altri e dare risposte efficaci alle povertà. La Messa sarà un momento di riflessione sul ruolo dei cristiani nel contesto della realtà storica in cui operano e sulla speranza vera che viene da Gesù e trarrà spunto dal titolo del convegno di Verona del prossimo ottobre "Testimoni di Gesù risorto, speranza del mondo". Durante la celebrazione verranno rappresentati, attraverso alcuni simboli, i cinque ambiti del convegno: la vita affettiva, il lavoro e la festa, la fragilità, la tradizione e la cittadinanza.
Il mondo degli affetti tende ad andare in direzione di un superficiale emozionalismo, che ha spesso effetti disastrosi sulla verità delle relazioni. Per questo oggi gli affetti hanno un grande bisogno di aprirsi alla speranza e quindi alla ricchezza della relazione, alla costruttività della generazione e del legame tra generazioni. Un secondo ambito è quello del lavoro e della festa. Nella società postindustriale e globalizzata il lavoro sta mutando radicalmente fisionomia e pone nuovi problemi di impiego, di inserimento delle nuove generazioni, di competenza, di concorrenza e distribuzione mondiale, ecc. Oggi dobbiamo favorire forme di lavoro più rispettose delle persone, che ne sviluppano creatività e coinvolgimento. Dobbiamo promuovere la piena e buona occupazione, che non umilia cioè la persona, ma le consente di partecipare attivamente alla produzione del bene comune.
La festa deve tornare ad essere considerata un tempo dedicato al rapporto con Dio, con la famiglia e con la comunità circostante, non tempo "vuoto", riempito con l’evasione, il disimpegno e lo stordimento.
Un terzo ambito è la fragilità umana, che la società tecnologica non ha eliminato. La speranza cristiana non nasconde la fragilità, ma la accoglie con discrezione e arricchita di senso. L’accoglienza della fragilità non riguarda, però, solo le situazioni estreme. Occorre proporre uno stile di vita diverso verso il proprio essere creatura e nei rapporti con ogni creatura, perchè la propria esistenza è fragile e in ogni relazione umana si viene in contatto con altra fragilità. Un quarto ambito è la tradizione, intesa come esercizio del trasmettere ciò che costituisce il patrimonio vitale e culturale della società. Nella trasmissione di idee vere/false e di valori/disvalori, di formazione di opinione e di comportamenti, di modelli culturali il credente può contribuire a far presente la propria tradizione religiosa. Un ultimo ambito di riferimento è quella della cittadinanza, in cui si esprime la dimensione dell’appartenenza civile e sociale degli uomini. Tipica della cittadinanza è l’idea di un radicamento in una storia civile, dotata delle sue tradizioni e dei suoi personaggi, e insieme il suo significato universale di civiltà politica.
Questa duplice dimensione è oggi interpellata dall’avvento dei processi di globalizzazione in cui la cittadinanza si trova a essere insieme locale e mondiale. La novità della situazione crea inedite ten-sioni e induce trasformazioni economiche, sociali e politiche a livello planetario. I problemi contemporanei della cittadinanza chiedono così un’attenzione nuova sia al ruolo della società civile, pensata diversamente in rapporto allo Stato e ai principi di sussidiarietà e di solidarietà, sia ai grandi problemi della cittadinanza mondiale, tra cui emergono i problemi della fame e delle povertà, della giustizia economica internazionale, dell’emigrazione, della pace, dell’ambiente.

Barbara Assanti

Redazione Senigallia Notizie
Pubblicato Venerdì 9 giugno, 2006 
alle ore 9:42
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