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Morte tra le fiamme, forse è stato un incidente

Il cadavere carbonizzato è quello di Nando Cerasa

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E’ sicuramente del 63enne Nando Cerasa il cadavere carbonizzato rinvenuto l’altro ieri nella Fiat Marea divorata dalle fiamme in un campo di grano limitrofo alla carreggiata di via Squartagallo, tra Montignano e San Silvestro. A lui gli uomini della Squadra Mobile di Ancona coordinata da Luigi di Clemente sono risaliti grazie ad un documento d’identità trovato in un secondo momento e solo parzialmente andato distrutto. La morte, secondo la versione fornita ufficialmente ieri dal capo della Mobile, sarebbe dovuta alla fuoriuscita di strada seguita probabilmente ad un malore del conducente. La macchina si sarebbe arenata ad una distanza di circa 120 metri.A questo punto sarebbero divampate le fiamme. Questa l’ipotesi al momento più accreditata, che sembra avvalorata anche da testimonianze oculari. Per dire l’ultima parola si dovrà comunque attendere l’esito dell’autopsia disposta dal pm Marco Pucilli, che verrà eseguita oggi dal medico legale Loredana Buscemi.Incensurato, separato da diversi anni, Cerasa viveva solo. Lavorava in un piccalo albergo per il quale effettuava commissioni di vario tipo. Stava attraversando un momento difficile, ma, a giudicare dalle testimonianze raccolte dagli inquirenti tra le persone che lo conoscevano meglio, non sarebbe mai stato capace di suicidarsi. E sicuramente non avrebbe scelto un modo di morire così spettacolare ed atroce.L’automobile, di cui risulta intestatario, era vecchia e trascurata, priva della necessaria manutenzione. L’allarme è scattato alle 15.40 di lunedì. Sul posto sono immediatamente intervenuti i Vigili del fuoco, che dopo aver spento le fiamme, hanno effettuato il macabro ritrovamento. Un cadavere irriconoscibile, senza più le braccia, staccate e ridotte a due tizzoni. Le gambe spezzate dal fuoco, il corpo ridotto ad uno scheletro. L’autopsia servirà anche ad attestare l’eventuale presenza di fratture antecedenti l’incidente.
L’auto è andata quasi completamente distrutta. Per questo i Vigili del fuoco non sono ancora riusciti ad attestare senza ombra di dubbio se le fiamme siano divampate dall’interno della cabina o meno. Ma dalle prime valutazioni sembra che le fiamme siano divampate dal vano motore per poi invadere rapidamente l’abitacolo. Ma l’auto è andata a fuoco prima o dopo essere uscita di strada? Al momento, sebbene nessuna ipotesi possa essere ancora scartata del tutto, quella l’incidente seguito ad un malore sembra essere l’unica possibile. Si attende comunque l’esito degli accertamenti eseguiti dalla Polizia scientifica e dell’autopsia prevista per oggi. A condurre a Cerasa fin da subito la targa della Fiat Marea, rimasta leggibile malgrado l’incendio, intestata a lui. Nando Cerasa era una persona tranquilla, non aveva nemici.

di Lucia Mosca
da Il Messaggero

Redazione Senigallia Notizie
Pubblicato Mercoledì 7 giugno, 2006 
alle ore 9:11
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