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Marotta: 14enne ucciso alla fermata dell’autobus

L'impatto inevitabile, alla guida un giovane di Senigallia

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Strada Statale 16 Adriatica“La macchina l’ha trascinato per quaranta metri: una scena agghiacciante. Ma come si può morire così a quattordici anni?”. Scuotendo la testa, questa è la domanda che da ieri pomeriggio assilla familiari, amici di scuola, vicini di casa, insomma tutti coloro che hanno assistito impotenti al drammatico incidente che è costato la vita ad Elia Tonelli.
È successo ieri alle 13,30 all’altezza del civico 221 di via Litoranea a Marotta, ossia lungo la Strada Statale 16 Adriatica, di fronte alla casa in cui Elia viveva assieme ai genitori e alla sorella gemella Elena. Elia ha appena finito le lezioni presso la scuola media “Faà di Bruno” di Marotta e, come tutti i giorni, ha preso l’autobus dell’Unione Valcesano per tornare a casa. Sceso insieme alla sorellina sul lato destro della carreggiata, Elia deve attraversare la strada per raggiungere la mamma che lo aspetta dall’altra parte. Ma il ragazzo non ha l’ombrello e per sfuggire all’acquazzone decide di attraversare subito la strada, senza aspettare che l’autobus riparta.
Un gesto istintivo, forse fatto anche tante altre volte in quella fermata, ma ieri è successo qualcosa di diverso. In quegli attimi fatali, una spider nera guidata da S.R. di Senigallia e diretta da Marotta verso sud, sopraggiunge alle spalle dell’autobus. L’autista non aspetta che l’autobus riparta, forse anche lui è disturbato dalla pioggia, e decide di sorpassare.
La scelta è fatale per Elia che proprio in quel momento si è lanciato per attraversare la strada. L’impatto è inevitabile e il ragazzo viene investito senza che il guidatore della spider abbia il tempo di frenare. Infatti non ci sono tracce di frenate sull’asfalto. Elia batte violentemente il capo sul cofano della macchina e viene sbalzato a decine di metri di distanza. Per chi assiste all’episodio sono attimi terrificanti. Lo zio di Elia, Giuseppe, ricorda: “Ero appena uscito di casa e avevo preso l’ombrello per andare ad accompagnare i miei nipoti a casa. Purtroppo sono arrivato tardi. Appena mi sono affacciato sulla strada ho visto tanta gente che accorreva verso il centro della strada. Ho subito pensato male e davanti agli occhi mi si è presentato quello scenario indescrivibile”.
Da subito si è visto che la situazione era quasi compromessa. I familiari hanno allertato la Croce Rossa. È giunta l’autoambulanza della Cri di Marotta, ma vista la gravità i volontari hanno deciso di chiamare l’eliambulanza dell’ospedale Torrette di Ancona. Ma non è servita a niente. I medici avevano già constatato che le ferite e i traumi interni erano stati fatali per Elia. Per i rilievi sono intervenuti i Carabinieri di Marotta e un magistrato della Procura di Pesaro, i quali dovranno ora valutare come procedere nei confronti dell’autista senigalliese. Molto probabilmente dovrà rispondere di omicidio colposo.
Il ragazzo marottese è stato poi trasportato all’obitorio dell’ospedale Santa Croce di Fano, in attesa del riconoscimento della salma. La mamma Elis, sconvolta da quanto accaduto, ha delegato ad altri parenti l’ingrato dovere di questo doloroso adempimento. È stata proprio lei, infatti, a vedersi portare via il proprio figlio davanti ai propri occhi. Un’immagine terribile a cui ha assistito anche la sorellina Elena. Quest’ultima infatti si trovava proprio dietro ad Elia e stava anche lei tentando di attraversare la strada. Si è salvata ma anche lei è rimasta pietrificata. Enrico Vergoni, cugino di Elia, non ha che belle parole per ricordarlo: “Da suo padre Lele aveva ereditato la passione per lo sport. Gli piaceva tanto giocare a calcio. Infatti faceva parte delle giovanili del Marotta. Ma coltivava anche altri sport: il judo, la vela. Spesso partecipava alle regate dello Yachting Club di Marotta. Era vivacissimo. Ancora cerco di trovare un senso a quanto successo, ma è davvero dura”.
Ma non c’è solo il dolore a segnare lo stato d’animo dei familiari. In modo sempre più forte e indignato emerge la rabbia e il disappunto nei confronti dei responsabili della gestione del trasporto scolastico e della sicurezza delle strade. Il cugino Enrico Vergoni e Giuseppe, zio di Elia, non si danno pace: “Questo incidente non è frutto solo della casualità. Questa è una strada ormai troppo trafficata e insicura per i pedoni.
È dall’anno scorso – spiega accorato Enrico – che facciamo presente all’amministrazione comunale la mancanza di una segnaletica adeguata. Gli autobus si fermano semplicemente ai bordi della strada e non hanno lo spazio per sostare in appositi spazi delimitati. Dei Vigili Urbani qui neanche l’ombra. Nemmeno un servizio di volontari è stato predisposto”. Lo zio di Elia ricorda che già nell’ottobre del 2005 furono raccolte delle firme a nome di sette famiglie del quartiere. Lui stesso ricorda amaramente: “Li avevo avvisati. Senza una segnaletica adeguata, piangerete lacrime di coccodrillo. L’unica risposta sono state le strisce pedonali.E si sono fermati lì. Ora io mi trovo a piangere un nipote vittima dell’ennesima tragedia della strada. Ma non sarà l’ultima se non si decideranno a fare qualcosa”.

Jacopo Zuccari

Redazione Senigallia Notizie
Pubblicato Mercoledì 10 maggio, 2006 
alle ore 9:41
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