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Mondolfo: La Chiesa di San Gervasio ritorna alla piena agibilità

Dopo tre anni di restauro sabato 22 la festa nella frazione di Ponte Rio

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clicca per ingrandireSabato 22 aprile alle 16 presso la frazione di Ponte Rio di Mondolfo, l’intera vallata del Cesano avrà finalmente l’occasione di celebrare il ritorno alla piena agibilità della chiesa altomedievale di S.Gervasio "di Bulgaria", il cui prestigio e valore hanno suscitato, ormai da decenni, l’interesse di tanti studiosi di archeologia e architettura.
La chiesa, in quanto edificio colpito dal sisma del 1997, è stato sottoposta per tre anni a un lavoro di restauro finanziato, per mezzo della legge 61/98, dalla Regione Marche, in particolare dal dipartimento "Tutela dei beni culturali e programmi di recupero".
Durante le fasi di recupero architettonico, coordinate dall’architetto Bursi di Fano, è intervenuta anche la Sovrintendenza ai Beni Archeologici della Regione Marche, la quale ha effettuato, a proprie spese, una campagna di scavi per comprendere meglio le origini e l’evoluzione di S.Gervasio. Ciò ha inevitabilmente comportato un rallentamento nelle attività di restauro architettonico, ma oggi gli studiosi hanno molti elementi in più per aggiornare le loro ricerche.
Lo stesso architetto Bursi lo ha riconosciuto: "Gli scavi condotti all’interno dell’edificio hanno portato alla luce reperti di origine romana, ad esempio fondazioni, ma anche colonne marmoree di origine egiziana-orientale. Questo implica che in epoca romana ci dovesse essere già un edificio, sul quale poi è stata edificata la chiesa attuale. Grazie alla Sovrintendenza – aggiunge Bursi – abbiamo fatto riemergere questi segni di un passato così lontano e ne abbiamo reso possibile la visione attraverso specchiature poste al di sotto del pavimento, così come è stato fatto per la Cattedrale di Pesaro".
Se all’esterno la chiesa ha mantenuto l’aspetto originario, all’interno l’edificio ha subito profonde trasformazioni che, nel corso dei secoli, ne hanno alterato l’originale struttura a tre navate. Gran parte delle modifiche risalgono al 1773 quando, secondo il dottor Paolinelli dell’Archeoclub di Mondolfo, "un intervento "invasivo" ci privò per sempre della spazialità originaria, occludendo mediante tamponature le navate laterali e destinandole ad usi agricoli e abitativi".
Alcuni studiosi proposero di far tornare la chiesa alla struttura iniziale, ma su questo progetto di restauro l’architetto Bursi è stato categorico: "Mi sono opposto, e con me la Sovrintendenza, allo stamponamento delle navate laterali, perché ogni periodo storico ha la sua dignità e quindi anche l’intervento del 1733 va rispettato. Nel restauro però – aggiunge Bursi – abbiamo reso leggibile la stratificazione e le fasi di trasformazione della chiesa, fino ad ora nascoste sotto le tinteggiature degli intonaci. Lasciando le parti laterali secondo l’odierno aspetto domestico, diventa ora possibile per i visitatori comprendere lo sviluppo della chiesa nel tempo".
Il recupero di S.Gervasio si è inoltre concentrato su quelle parti rese pericolanti dal terremoto e che ne avevano determinato l’inagibilità, a partire dalla volta. Inoltre, attraverso le più aggiornate tecniche di studio non invasivo (georadar, simulazioni tridimensionali, analisi chimiche dei materiali) è stata riportata alle presunte dimensioni originarie una parte dell’abside.
"La Sovrintendenza ha accolto il nostro progetto – precisa Bursi – e le prove da noi presentate ed ora è possibile ammirare, di fianco all’abside principale, le due posterle".
Se il restauro può dirsi quasi completato, restano però l’urgenza di intervenire sull’altare e la necessità di riposizionare il fonte battesimale (sec. XII) della chiesa. Quest’ultimo, restaurato nel 2003, è ora conservato in una teca presso il Municipio di Mondolfo e si dovrà discutere se riportarlo o no al suo luogo d’origine.

Jacopo Zuccari

Redazione Senigallia Notizie
Pubblicato Venerdì 21 aprile, 2006 
alle ore 10:52
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