Continua la rassegna “Te lo faccio vedere io” al Mezza Canaja
Questa sera "Quando c'era Silvio" alle ore 21.30
Per la rassegna "Te lo faccio vedere io!", alle ore 21.30 al C.S.A. Mezza Canaja di senigallia Quando c’era Silvio.
Realizzato in sette mesi (dal maggio al dicembre del 2005), Quando c’era Silvio era in realtà in gestazione da quel gennaio del 1994, quando Berlusconi inaspettatamente scese in campo sconvolgendo la politica italiana.
Tutti conoscono la storia, naturalmente. E molti che si occupano di inchieste, cinema documentario, fiction realistica, da quel tempo hanno capito di avere tra le mani "la storia grossa". Ma, a dimostrazione che le cose più evidenti non sono sempre le più facili, film su Berlusconi, la sua storia, il suo impatto sulla società italiana o anche documenti visivi di controinformazione, finora non ne sono usciti.
Perché? I perché sono molti e proviamo a indicarli.
In primo luogo, la potenza reale dello stesso Berlusconi nell’industria di produzione e di distribuzione cinematografica, che ha fatto desistere tutti; in secondo luogo una sorta di divieto a trattare la materia da parte delle reti televisive, cui poteva essere destinato un prodotto per la visione di un vasto pubblico; in terzo luogo una sagace e scientifica opera di ritiro dal mercato – a opera dello stesso Berlusconi – del materiale audiovisivo che non aveva la sua approvazione.Sono spariti così dai giornali interi archivi di fotografie di cronaca, materiale girato in occasioni pubbliche ed è stato messo al sicuro tutto quanto veniva considerato non confacente per l’immagine pubblica dell’industriale diventato uomo politico. D’altro canto, è stato lo stesso Berlusconi a diffondere l’unica biografia autorizzata, sotto forma di opuscolo spedito a tutti gli italiani (Una storia italiana), che ha contribuito non poco alla sua vittoria elettorale del 2001.
Nell’opuscolo sono scelte immagini e testi rigorosamente selezionati che offrono al lettore un percorso di vita del protagonista che non consente possibilità di visioni alternative. Nell’opuscolo si vede Berlusconi ragazzo intraprendente, Berlusconi amante dei fiori, Berlusconi buon padre di famiglia (o meglio, di due famiglie), Berlusconi industriale illuminato e infine Berlusconi uomo di Stato.
L’unico settore della comunicazione che ha potuto esprimersi sul Protagonista, è rimasto quello dell’editoria. Che è stata estremamente proficua: a oggi i libri, in maggioranza saggi e inchieste, su Berlusconi sono più di cento, scritti dai nomi più noti del giornalismo italiano ed europeo. I temi: le oscure origini delle fortune di Berlusconi, i suoi rapporti con la mafia siciliana, i suoi metodi di governo, i bilanci delle sue aziende, il suo potere strepitoso nei confronti del Parlamento e del sistema di comunicazioni italiane. A questo filone si sono aggiunti libri di satira, florilegi di dichiarazioni, aneddotica, per ultimo anche un inizio di gialli e di noir, e una notevole quantità di musica pop, in prevalenza satirica. Alcuni di questi libri hanno raggiunto il rango di best seller, ma non hanno trovato mai uno sbocco televisivo o cinematografico, quasi che questo fosse il confine da non varcare assolutamente; quasi che si volesse assolutamente segnare un confine tra "consumo intellettuale" e "consumo di massa".
Un piccolo esempio, fra i tanti: agli autori di questo film capitò di mandare in onda su Rai Tre un programma in cui veniva intervistato, per circa cinque minuti, il direttore del settimanale inglese The Economist, Bill Emmott, noto per aver espresso, in termini molto precisi, l’avversione del capitalismo anglosassone per la presa di potere in Italia di Silvio Berlusconi. La questione era nota e aveva fatto la prima pagina di tutti i giornali italiani, ma in televisione praticamente la notizia non era mai passata. Ebbene, bastarono quei pochi minuti (a ora tarda) in cui si vedeva e si sentiva parlare il direttore dell’Economist, perché da parte del partito di Forza Italia si levasse una straordinaria levata di scudi, che portò alla fine del programma.
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