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Il territorio di Mondolfo in un antico cabreo dell’ordine di Malta

Sabato 25 marzo presentazione del libro di Claudio paolinelli

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clicca per ingrandire"Il territorio di Mondolfo in un antico cabreo dell’Ordine di Malta": ecco la nuova ricerca curata dalla sezione dell’Archeoclub di Mondolfo, in collaborazione con la dott. Leonardi (archivista presso i Palazzi Magistrali del Sovrano Ordine Militare di Malta di Roma) e la dott. Bertini (docente di geografia presso la facoltà di Lettere dell’Università di Urbino).
Gli archivi dell’Ordine di Malta nascondevano una vera miniera di mappe amministrative, catastali e patrimoniali. Redatto nel 1665 con una meticolosa attenzione ai particolari e un inaspettato realismo, il cabreo (ossia l’insieme di questa mappatura) ci restituisce la struttura mezzadrile delle campagne mondolfesi del XVII secolo, alla cui cura contribuirono gli stessi Cavalieri di Malta nella gestione amministrativa del territorio. Ma come si è arrivati a questa scoperta? Claudio Paolinelli, presidente dell’Archeoclub di Mondolfo, ci ha candidamente confessato che tutto è nato per puro caso e la storia sembra tratta da "Il nome della rosa":"Mi trovavo nella biblioteca comunale di Mondolfo e lì mi imbattei in una laureanda in architettura dell’Università di Pescara che stava scrivendo una tesi sugli edifici dei Cavalieri di Malta nelle Marche. Mi mostrò alcune mappe relative a una torre di Marotta e così, incuriosito, partì alla volta di Roma per verificare se l’archivio dell’Ordine di Malta custodiva altri preziosi disegni. Con mia grande sorpresa trovai ben 34 mappe, solo per il territorio di Mondolfo".
Il cabreo ritrovato da Paolinelli ha così portato alla luce alcune opere realizzate dagli appartenenti all’Ordine e di cui purtroppo oggi è rimasto ben poco: la Bastia o Torre di Guardia presso la foce del fiume Cesano; Villa Tombolina, anch’essa scomparsa ma presente nella toponomastica (esiste una Via Tombolina nel luogo in cui sorse la Villa stessa); infine il Mulino Nuovo, l’unica opera ancora esistente e identificata in un mulino ad acqua nei pressi del Cesano. Ma già nel 1993, durante lavori lungo la SS 16 a Marotta, si rinvenne un cippo confinario, che delimitava la Commenda di Scapezzano rispetto a quella di Fano. Infatti tanti erano i territori amministrati dai Cavalieri di Malta: "Già nel 1400 – spiega Paolinelli- si insediarono a Fano e da lì si estesero sia a nord verso Pesaro che a sud verso Scapezzano, alla cui Commenda apparteneva il territorio di Mondolfo".
Ma al di là del dato storico, il cabreo ritrovato da Paolinelli è prezioso perché ci presenta uno spaccato attendibile di quello che doveva essere il paesaggio ai tempi del 1665. Era una campagna mezzadrile, estremamente curata sia negli spazi che nelle colture: "I Cavalieri di Malta – afferma Paolinelli – ci riconsegnano un territorio parcellizzato, basato sull’esattezza dei confini e sulla ciclicità delle colture. Tutto era finalizzato al rispetto degli spazi e dell’ambiente, coniugando armonicamente ritmi di lavoro e il passare delle stagioni. Come illustra la copertina del libro, la Valcesano era curata come un immenso giardino".
Per ricordare e valorizzare tutto questo l’Archeoclub lancia un monito e coltiva una speranza:"Il paesaggio che ci ha accompagnato per tanti secoli rischia di essere definitivamente perso se lasciamo che i capannoni e il cemento invadano i nostri spazi, abbattendo vecchi casolari e estirpando ulivi secolari. Inoltre, speriamo che il Comune ci metta presto a disposizione uno museo dove poter esporre il cabreo e i tanti altri reperti di cui disponiamo. Infine ringraziamo il Consiglio regionale nella persona del Presidente Minardi e la BoxMarche per il sostegno nella promozione di quest’opera".
Il libro sarà presentato al pubblico il 25 Marzo alle ore 17,30 presso il Salone Aurora nel Complesso di S.Agostino a Mondolfo.

Jacopo Zuccari

Redazione Senigallia Notizie
Pubblicato Martedì 21 marzo, 2006 
alle ore 10:24
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