Mondolfo: “Il vino è nemico dell’uomo”, ovvero l’abuso di alcool
Sensibilizzare gli adolescenti sul pericolo di uno scorretto consumo di sostenza alcoliche
"Il vino è nemico dell’uomo". Con questo e tanti altri slogan i ragazzi delle classi terze della scuola media "E.Fermi" di Mondolfo hanno voluto esprimere le loro idee su un problema che ormai attraversa tutte le generazioni, dagli anziani fino agli adolescenti: l’abuso di alcool.
Il contributo degli alunni mondolfesi è stato presentato lunedì scorso nel salone Aurora all’interno del complesso monumentale di S.Agostino, alla presenza dell’assessore provinciale alle politiche sociali Graziano Ilari, ideatore del progetto Alcoadolescenza: un progetto pilota attraverso il quale l’amministrazione provinciale intende sensibilizzare gli adolescenti sui pericoli nascosti dietro un consumo scorretto di sostanze alcoliche.
Nel presentare quest’iniziativa, Ilari ha posto l’attenzione sulla delicatezza e sulla fragilità dei ragazzi di 13 anni: "è un’età determinante nella crescita, perché dopo la terza media si accede alle scuole superiori e i ragazzi entrano per la prima volta a contatto con la realtà delle città, lontani dall’ambiente in cui si è cresciuti. Per questo " ha concluso Ilari "Alcoadolescenza si rivolge agli alunni delle piccole realtà locali, affinché siano più pronti e consapevoli dei problemi che dovranno affrontare".
A questo proposito, Maurizio Mariani, preside della scuola media "E.Fermi" ha fatto notare che fortunatamente, nell’istituto da lui diretto, il problema dell’alcoolismo è pressoché minimo; tuttavia la vigilanza non va allentata, perché la crescita dei ragazzi nella pre-adolescenza può essere condizionata da fattori esterni destabilizzanti. Proprio su quest’ultimo aspetto si è concentrata gran parte del dibattito e sono state due psicologhe dell’associazione Algor di Fano ad illustrare che cosa è emerso dagli incontri con gli alunni mondolfesi.
Innanzitutto le due operatrici (Jessica Giommi e Sonia Tranquilli) hanno esposto le loro metodologie di indagine, basate sulla "pair education": prima parlare con i due rappresentanti di classe e poi lasciare che fossero loro due a proporre agli altri coetanei i temi da discutere. In questo modo le psicologhe hanno voluto far emergere nei ragazzi il condizionamento che il "gruppo" può avere nei loro confronti e di cui spesso non ne sono consapevoli.
Uno stereotipo assai diffuso nei ragazzi mondolfesi è l’idea che l’alcool possa essere un aiuto. Mentre per i ragazzi il consumo di alcool può incrementare la sensazione di divertimento, invece per le ragazze il bere alcolici è associato alla sfiducia, alla depressione e al bisogno di recuperare uno stato di serenità interiore. Così come in molti ritengono che tra gli effetti dell’alcool ci sia una migliore capacità di comunicare, o per lo meno di essere brillanti e piacevoli nella conversazione. Inoltre, le operatrici dell’Algor hanno constatato che già nella terza media si distingue nettamente tra consumo e abuso di sostanza alcoliche; ma soprattutto, la quasi totalità dei ragazzi della "E.Fermi" associano l’alcool alla droga con i pericoli che ne conseguono: dipendenza, perdita di lucidità, stato di felicità apparente. Tuttavia dai confronti con gli alunni non emerge quell’idea di trasgressione che spesso muove chi tende ad abusare del vino: i tredicenni mondolfesi considerano lo "sballo" semplicemente un modo per inseguire emozioni più forti (ad esempio andare in motorino con la fidanzata, ridere tra amiche), che nascono esclusivamente da relazioni sociali e non da effetti indotti dall’alcool. La maturità e la spontaneità di queste risposte hanno sorpreso le stesse psicologhe, le quali però hanno condiviso con i tanti genitori presenti la preoccupazione per l’illecita vendita degli alcolici ai minorenni. Una "piaga" a cui, purtroppo, neanche Mondolfo sfugge.
Jacopo Zuccari
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