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Primo appuntamento a Senigallia con Incontri d’autore

Italo Moscati presenta Pasolini Passione


Si è svolta martedì 24 la prima delle giornate degli "Incontri d’autore" che la Mediateca delle Marche ha in programma per l’anno 2006.
Ad inaugurare le giornate di incontri è stato Italo Moscati. Scrittore, regista e sceneggiatore, collaboratore di Liliana Cavani, Luigi Comencini e Giuliano Montaldo; Moscati ha svolto e svolge l’attività di critico teatrale e cinematografico per numerosi giornali e riviste, oltre che per RaiSatCinema e, alla radio, per Hollywood Party. Nel corso della giornata ha presentato il suo ultimo libro "Pasolini Passione – vita senza fine di un artista trasparente".
Il percorso dell’autore è partito nella prima mattina con un incontro con gli studenti del Liceo Scientifico "E. Medi" di Senigallia, ai quali ha documentato le similitudini tra il genio precoce di Pasolini e quello di Mozart. Da lì il trasferimento in un’altra scuola, questa volta il Liceo Scientifico "G.Galilei" di Ancona, dove il Prof. Moscati ha parlato della vita di Pier Paolo Pasolini e degli accadimenti che lo portarono a passare dai contadini del Friuli al sottoproletariato delle periferie di Roma. L’ultima tappa di questa serie di incontri è stata nel pomeriggio nella Sala Audiovisivi della Mediateca delle Marche. Qui, in collaborazione con il Musinf – Museo dell’Informazione, della Fotografia e dell’Arte Moderna di Senigallia, era stata allestita per l’occasione l’esposizione delle serie di fotografie "Ricordo di Pasolini", della raccolta Masotti/Musinf. Queste sono fotografie fatte nel 1974 dal fotografo Antonio Masotti alla Galleria d’Arte Moderna di Bologna, durante una performance (entrata ormai di diritto nella storia dell’Arte Contemporanea) nella quale Pasolini fece proiettare su di sé il suo film "Il Vangelo secondo Matteo". Ed è proprio partendo da questa raccolta di fotografie, donate dall’autore al museo di Senigallia, che Moscati ha iniziato il suo ultimo racconto davanti ad una platea di addetti al lavoro ed amanti di Pasolini. Infatti Moscati ci ha ricordato come per Pasolini fosse un cruccio non poter prescindere dai mezzi tecnici (come la cinepresa) per poter proiettare l’immagine filmica, pensiero che aveva espresso anche in alcuni suoi scritti: questa performance del ’74 fu per lui una rivincita sul mezzo tecnico. Non c’era niente in Pasolini che non fosse una rivincita ed un’affermazione del sé, ma nelle sue intenzioni queste sue rivincite dovevano anche servire per far contagiare dal sociale quegli scrittori fortemente individualisti suoi contemporanei. In lui conviveva un’anima fortemente narcisistica (narcisismo che usava anche per mettere in moto la sua macchina creativa), ed una grande attenzione al sociale, un conflitto interno che spesso sfociava anche in un conflitto col partito a cui aveva sempre aderito.Moravia nel giorno del suo funerale definì Pier Paolo Pasolini un poeta civile, una persona capace – anche per i suoi difetti e le sue contraddizioni – di costituire un elemento di coscienza civile, una coscienza che va al di là dell’ideologico ma che arriva al cuore delle emozioni, dove non conta solo l’aspetto politico, ma anche quello creativo che un artista deve mettere al centro delle sue emozioni.
Non possiamo definire Pasolini un mito in senso classico, ma è sicuramente un mito in senso moderno, un uomo dotato di quelle fragilità, di quelle ferite profonde che lo rendono vicino a noi.

Pubblicato Giovedì 26 gennaio, 2006 
alle ore 9:39
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