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La Caritas Diocesana per l’Indonesia

Ad un anno dallo Tsunami e appena nove mesi dal terremoto


E’ passato un anno dal grande tsunami e appena nove mesi dal terribile terremoto che ha distrutto anche quel poco che si era salvato in Indonesia, in particolare nell’isola di Nias, dove la Caritas regionale sta individuando un progetto personale all’interno del progetto Caritas Italiana per quest’isola.
L’idea del progetto personale nasce dalla convinzione che le comunità parrocchiali della nostra regione e, nel nostro ambito, quelle della diocesi di Senigallia, debbano sapere come vengono tradotti in interventi i fondi raccolti e quindi possano trovare sempre nuovi stimoli per sostenere interventi a favore della calamità. Nias è una delle isole dell’Oceano Indiano, fuori dai circuiti del turismo internazionale. E’ montuosa, ricca di vegetazione e fiumi. Ovunque si trovano piante di banana, papaia, avocado, cocco, gomma, canna da zucchero, cacao. Nelle piccole vallate si coltiva il riso e il mare fornisce pesce in abbondanza. Le strade di comunicazione sono dissestate e molti villaggi sono raggiungibili solo a piedi e dopo tante ore di cammino. Il caldo equatoriale e l’elevata umidità fanno proliferare le zanzare che portano inevitabilmente le zanzare. C’è carenza di acqua potabile e le condizioni igieniche sono assolutamente precarie. Moltissimi vivono ancora sotto le tende o in baracche. L’economia in questo momento è povera, non è organizzata. Il reddito per un lavoratore è di circa 80 euro al mese. Ma gli effetti deleteri del post terremoto si stanno già avvertendo, infatti il prezzo del carburante e del cemento sono sensibilmente aumentati. La popolazione è prevalentemente musulmana, ma c’è anche una forte presenza cattolica con i padri cappuccini, le suore francescane missionarie, le suore clarisse e altri ordini religiosi. Questi gestiscono scuole, convitti, orfanotrofi, collegi per disabili. Il maremoto ed il terremoto hanno distrutto molte di queste realtà, per questo Caritas Italiana ed altre caritas internazionali hanno in programma di ricostruire complessi parrocchiali, scuole, cliniche. Là ci sono già due operatori di Caritas Italiana, che stanno lavorando per individuare i progetti da realizzare e già alcuni di essi sono in fase d’avvio. Lo stile della Caritas si caratterizza per mettersi in ascolto della realtà in cui si opera, creare dialogo e collaborazione con le altre realtà di volontariato, accompagnare la realtà locale nella realizzazione dei progetti stessi. Non è un compito facile a causa della lingua e della condizione climatica. Ma a detta di don Nello Barboni, delegato Caritas Regionale e del diacono Umberto Silenzi, che si sono recati a Nias poche settimane fa, è difficile soprattutto aiutare a far comprendere il ruolo di una caritas diocesana e locale che non si limiti alla ricostruzione ma che si attivi in progetti di accompagnamento per una presenza costante.
Le priorità a cui la Caritas dovrà lavorare sono, in primis, la ricostruzione delle case per le famiglie, che ancora vivono sotto le tende e che, nella stagione delle piogge, navigano letteralmente sull’acqua e sul fango; poi l’apertura di microcrediti attraverso cooperative che si autogestiscano e diventino autonome per far acquistare biciclette e risciò da usare come taxi e dare così lavoro alle persone. L’accesso al microcredito potrebbe avvenire dopo il passaggio al Centro di ascolto Caritas, che dovrà essere costruito insieme ad un centro pastorale Caritas. Ovviamente questi progetti dovranno essere ulteriormente vagliati e studiati nei dettagli dalla Caritas Marche.
La Caritas della diocesi di Senigallia ha raccolto per l’emergenza maremoto € 82.544,44. Questa cifra è stata raccolta dalle nostre parrocchie, santuari, privati, enti pubblici, quali scuole e Comuni, e sarà devoluta proprio per questo progetto personale affidato a Caritas Marche.

Barbara Assanti
Responsabile dell’Ufficio Stampa Caritas Senigallia

Redazione Senigallia Notizie
Pubblicato Mercoledì 28 dicembre, 2005 
alle ore 9:53
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