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Al Rotary Club di Senigallia si è parlato di sviluppo sostenibile dei trasporti nell’Adriatico

Relatore il Capitano di Vascello Angelo Mainardi


clicca per ingrandireÉ stata una serata di grande interesse culturale, che ha fatto registrare una numerosa partecipazione dei soci, quella degli scorsi giorni che il Rotary Club di Senigallia ha svolto in interclub con il Club Nautico.
Il tema della serata non poteva che essere di carattere marinaresco ed a svolgerlo è stato invitato un relatore di prestigio qual’è il Capitano di Vascello dott. Angelo Mainardi, Capo di Stato Maggiore del Dipartimento Marittimo dell’Adriatico con sede in Ancona che ha parlato sul tema: Luci ed ombre dello sviluppo sostenibile dei trasporti in Adriatico.
Un curriculum di tutto rispetto quello del Comandante Mainardi che ha frequentato l’Accademia Navale di Livorno ed ha conseguito la laurea in Scienze Navali e Marittime presso l’Università di Pisa. Nei suoi anni di vita militare ha acquisito varie abilitazioni e specializzazioni ed ha prestato servizio su tutti i tipi di Unità della Marina Militare eccetto che sui sommergibili. Presso lo Stato Maggiore Difesa a Roma, è stato il Capo Ufficio del Comitato dei Capi delle Forze Armate. Dal 2001 è il Capo di Stato Maggiore di Maridipart Ancona. É socio del Rotary Club di Rimini.Nell’introdurre la relazione dell’ospite il Generale dei Bersaglieri dott. Marcello Olivi, Presidente del Rotary Club Senigallia, ha detto: "Ben sette Paesi rivieraschi si sono accordati per triplicare il trasporto merci in Adriatico, creando un’autostrada del mare. Quindi grande ricchezza in arrivo grazie alla grandissima quantità di petrolio, gas, carbone, etc. trasportati. Ma arrivano anche molti rischi! Da qui la necessità che vengano osservate idonee misure di sicurezza, indispensabili per permettere uno sviluppo sostenibile".
Il Comandante Mainardi ha iniziato la sua conferenza prendendo in considerazione lo sviluppo demografico nell’area del Mediterraneo, che passerà dai 420 mil. di abitanti attuali ai 520 mil. nel 2020, di cui i 2/3 posti negli insediamenti urbani rivieraschi. Ne consegue un notevole incremento dell’uso dell’energia e dei potenziali danni ambientali. Riguardo ai fabbisogni energetici, se si considera uno scenario classico con una crescita lineare dei consumi, nel 2020 saranno necessari 1080 mil./t. di petrolio; nel caso di uno scenario alternativo con adozione di misure di risparmio e di uso razionale, uniti a produzione di energie rinnovabili i consumi di petrolio verranno frenati.
Nel Nord Africa si trovano i Paesi esportatori di petrolio che sono Algeria, Libia, Siria ed Egitto, mentre il porto Europeo dove avviene il maggior traffico di idrocarburi è Trieste; questo fa pensare ad un significativo incremento del traffico navale nell’Adriatico.Analizzando il quadro politico dell’Area di riferimento, accanto ai problemi posti dal fondamentalismo islamico ivi esistente, si registra l’apertura della Libia e la maggior prudenza della Siria che fanno sperare nella graduale riduzione delle tensioni e nella stabilità geopolitica della Regione, che renderà il Mediterraneo un’area di libero scambio e cooperazione. In particolare il mare Adriatico presenta un ecosistema particolarmente sensibile, così come diventa punto sensibile l’aumento del traffico nel suo interno, dovuto all’età media delle flotte in servizio, alla non grande sicurezza del naviglio, agli sversamenti ed alla gestibilità dei rifiuti prodotti dalle navi in navigazione.
Per la sua collocazione geografica, l’Italia è stata da sempre definita il "molo del Mediterraneo", posizione strategica di collegamento con tutti i paesi del Continente. La scelta fatta di privilegiare il trasporto su strada, ha comportato un congestionamento delle reti stradali con la necessità di ricercare la soluzione alternativa nel cosiddetto "Sistema delle autostrade del mare", con l’obiettivo di assorbire almeno 1/3 del traffico merci terrestre.
Per una corretta gestione dei flussi merceologici e delle direttrici di traffico si debbono,allora, prevedere interventi con le seguenti priorità: adozione di corsie e di rotte obbligate, soprattutto nelle acque ristrette; ricostruzione della traccia delle posizioni di ciascuna nave in navigazione mediante congegni elettronici così come avviene per gli aerei; cogestione delle banche dati delle flotte; attività di vigilanza e di controllo della navigazione ad opera della Marina Militare e della Guardia Costiera; corretta gestione dei rifiuti delle navi in navigazione; sviluppo di una cooperazione internazionale in materia, per uniformare le procedure.

Rotary Club Senigallia

Redazione Senigallia Notizie
Pubblicato Mercoledì 12 ottobre, 2005 
alle ore 9:35
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