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Restaurato il sepolcro dei Gherardi-Benigni al cimitero Le Grazie di Senigallia

Realizzato il desiderio dello storico locale Piero Maria Benedetti

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Si è realizzato l’auspicio del cultore di storia locale, Piero Maria Benedetti, a conclusione del volumetto "Il sepolcro del Conte", edito alcuni fa dal Comune di Senigallia. Grazie all’impegno dell’Amministrazione Comunale, attraverso il suo Assessore alle Infrastrutture, Maurizio Mangialardi, ha riacquistato tutta la sua originaria bellezza l’artistica tomba del conte Adolfo Gherardi-Benigni, presente nel cimitero "Le Grazie".
La statua bronzea del giovane conte, intento a meditare su un libro aperto, e il medaglione con il suo ritratto hanno dunque ritrovato lo splendore loro conferito da Elmo Palazzi, uno dei maggiori scultori italiani del Novecento.
Attuando questo riuscito intervento, il Comune di Senigallia ha rinnovato la sua riconoscenza al conte Adolfo, che con la sua cospicua eredità ha consentito per quasi un secolo l’erogazione di borse di studio a favore di studenti meritevoli ma in disagiate condizioni economiche.
La pubblica amministrazione senigalliese conferma dunque la sua attenzione per la migliore conservazione delle opere d’arte presenti nel suo territorio. Non va dimenticato che lo scultore Palazzi, nativo di Città di Castello, realizzò l’opera vincendo un apposito concorso nazionale a cui parteciparono ben quaranta artisti, tra cui il senigalliese Enrico Mazzolani. I lavori del Palazzi sono presenti, a testimonianza del valore dell’artista, in molte città italiane: sue sono ad esempio l’allegoria dell’Umbria presente a Roma nel Vittoriale e quella della Vittoria sul ponte nei pressi di Castel Sant’Angelo.
La rimozione delle impalcature che hanno protetto i lavori di restauro, avvenute da pochi giorni, hanno permesso tra l’altro la ripresa di misteriosi e costanti omaggi floreali anonimi alla tomba in questione (dove, oltre ai resti mortali del conte Adolfo, si trovano quelli del fratello Luigi, del padre Nicola e della madre Clementina Mariniac dei marchesi D’Angennes).
Proprio in relazione a questo aspetto, pur esprimendo ogni apprezzamento e rispetto per gli autori di questi tributi, è opportuno invitarli a non porre fiori tra le braccia della statua per non comprometterne la corretta lettura artistica, così come si dovrebbe evitare di collocare in mezzo al monumento antiestetici vasi di plastica bianca che rompono la severa armonia della pietra piperina con cui l’opera è stata magistralmente realizzata.
Per gli omaggi floreali e l’apposizione di lumi votivi – ne sono già comparsi diversi – sarebbe invece preferibile utilizzare lo spazio antistante il sepolcro, mentre quest’ultimo andrebbe lasciato libero da oggetti che incidono negativamente sulla sua scenografica posizione, resa ancor più suggestiva dai maestosi alberi che si stagliano sullo sfondo.

Comune di Senigallia
Pubblicato Lunedì 19 settembre, 2005 
alle ore 9:36
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