Ill.ma Signora Sindaco;
nell’ultimo bollettino di "Senigallia" Lei scrive che non sono stati fatti tagli al budget per i disabili. Avendo sette anni, ho delegato il mio babbo e ai servizi sociali gli hanno confermato: il budget è invariato, ma è aumentato il numero dei disabili, quindi… quest’anno io ho cinque ore in meno di assistenza domiciliare (il 33% in meno), non ho l’istruttrice in piscina. Gli è stato anche detto che non ci veniva più corrisposto il "beneficio regionale" per l’assistenza domiciliare indiretta, in quanto questa quota sarebbe andata a coprire, appunto, l’assistenza domiciliare, la mensa scolastica e tutto il resto. Invece? Invece, tocca a mio padre, disoccupato, 63 anni, portami in piscina, ecc.
Si ricorda di me? Sono quel bimbo spastico e non vedente, che l’anno scorso l’ha incontrata in piazza, tra un’intervista e l’altra, che Lei rilasciava per l’Expo-Senigallia. Ho atteso invano una carezza, un complimento, un gesto di tenerezza. L’unica cosa che ha detto e ripetuto al mio babbo, mentre mi prendeva in braccio, è stata: "Non esibisca suo figlio".E il tono era di comando. Poi promise un’udienza che non è mai arrivata, nonostante il Difensore Civico Le facesse sapere, attraverso la Sua Segretaria, di aver pianto al vedermi.
Le devo anche dire che io sono l’unico datore di lavoro e al tempo stesso l’unico lavoratore, che mantiene la famiglia con la pensione.Non cerchiamo polemiche, ma, se stessimo zitti, griderebbero le pietre. Quelle del Foro Annonario e quelle dei molti cantieri cittadini. Certo, Senigallia merita un nuovo look all’altezza della sua vocazione turistica.Ma se è bene restaurare palazzi e pavimentazioni, non sarebbe altrettanto bene dare una mano alle "pietre viventi della città", alle persone con handicap? Difficile sostenere che non ci sono fondi quando ce ne sono per "pitturare" le strade, per bruciarli nei fuochi d’artificio due volte l’anno, ecc. ecc.Per essere propositivi, ecco alcune proposte:
– Perché non destinare una percentuale del budget per le barriere architettoniche? Io e mio babbo abbiamo rischiato di essere travolti. Ha mai provato a "viaggiare" in carrozzella per gli acciottolati del centro storico?
– In Consiglio Comunale siedono due consiglieri extra-comunitari. Giusto! Ma chi rappresenta i disabili, chi si fa portavoce delle loro esigenze?
– Personaggi di sinistra corrono a Porto Alegre ad attingere nuove proposte, perché un mondo nuovo implica anche un modo nuovo di gestire la cosa pubblica. E allora perché non tentare, almeno, un minimo di "bilancio partecipativo", di democrazia diretta di maniera, che le scelte più impegnative siano prese con la corresponsabilità dei cittadini? Con tanta tecnica disponibile sarebbe così impossibile, per esempio, indire dei mini-referendum comunali?
– E l’impiego di coloro che fanno il servizio civile impegnati nei musei e in tutto il resto? Se possono assistere gli anziani, perché non i disabili? Oppure ogni disabile dovrà farsi la sua Onlus (come "Aiuta un amico") per riempire con la beneficenza le omissioni della pubblica assistenza?
Ci tengo a precisare che io sono piccolo, non ci vedo, non mi reggo in piedi e quindi non ho "la forza di persuasione" di "Mezza Canaja".
Per questo, dopo che il mio babbo si è rivolto invano agli addetti ai lavori e alle organizzazioni di volontariato (che non prevedono "casi" come il mio), non mi resta che ricorrere ai politici, non in quanto tali, ma come persone, perché le esigenze umane di tutti, quindi anche dei disabili, non hanno colore. Invito i genitori dei miei fratelli disabili e quanti altri volessero aderire, a sottoscrivere questo appello.
Non abbia timore, sono inoffensivo, sono nato solo per sorridere. A tutti, anche a Lei, prima cittadina di Senigallia.Mi è gradita l’occasione per porgerLe i saluti miei e della mia famiglia.

Firmo con la mano del mio babbo: Joao Marcos Marinetti