Sabato 12 febbraio alle ore 17,30 sarà presentata presso l’Auditorium di San Rocco la ricerca di Piero Maria Benedetti “Il sepolcro del conte: un ricordo d’Adolfo Gherardi Benigni”, edita dall’Amministrazione Comunale. All’Assessore alla Cultura, Alfio Albani, sarà affidato il compito di introdurre la serata affrontando il tema “I luoghi e la memoria”. Seguirà una relazione dell’assessore ai LL.PP., Maurizio Mangialardi, che illustrerà il progetto per il restauro dell’artistico monumento funebre situato al centro del cimitero maggiore “Le Grazie” realizzato nei primi anni del secolo scorso da Elmo Palazzi di Città di Castello. Il progetto di quest’ultimo prevalse su quelli di altri quaranta artisti italiani, tra cui Enrico Mazzolani, che risposero a un apposito bando di concorso indetto dall’Amministrazione Comunale per rendere il dovuto omaggio a un illustre cittadino, morto giovanissimo, il quale l’aveva costituito erede universale del suo cospicuo patrimonio affinché fosse facilitato l’accesso al sapere degli studenti più meritevoli e che versavano in disagiate condizioni economiche.
Durante la serata il prof. Vittorio Luzietti parlerà anche dell’attività scultorea di Elmo Palazzi nel panorama artistico del ‘900 italiano.
Nel corso di circa un secolo molte sono state le borse di studio erogate grazie al lascito del conte Gherardi e di cui beneficiò anche lo scrittore Mario Puccini. I fruitori ancora viventi sono stati invitati a presenziare alla serata per ricordare colui che permise loro di studiare.
L’Opera Pia Gherardi cessò la sua benemerita attività nel marzo 1992 dopo aver concesso l’ultimo assegno di studio nell’anno scolastico 1958-1959 a Tullio Piersantelli, che frequentava l’Università a Perugia.
Alla manifestazione hanno dato la propria adesione due discendenti dello scultore Palazzi: la prof. Eliana Pirazzoli di Città di Castello e il prof. Giacomo Pirazzoli di Perugia, che sulle orme del suo antenato insegna scultura nell’Accademia delle Arti di Firenze.
All’autore verrà affidato il compito di dettagliare la sua ricerca compiuta sull’archivio della comitale famiglia Gherardi-Benigni e su quello dell’omonima Opera Pia, di recente riordinati e inseriti nel prezioso materiale della Biblioteca “Antonelliana”.