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Elisabetta per sempre

Un racconto di Roberto Marconi


Dunque…vediamo…ecco: chats tematiche.
Allora : sesso / amicizia e sesso / sesso e relazioni / sesso drugs and rock’n roll…sesso-sesso-sesso …oh!…finalmente eccola : "arte e cultura" … libri e letteratura. Entro…

Corederoma – Aho Nico, ke jai detto al viggile?-
BISTURI – Che se la va appià ‘nterculo-
– Ma guarda un po’! I soliti straniti che occupano lo spazio web con le loro scemate…-
Lialà –scusate, ma nessuno dissente da questo modo di esprimersi?-
Corederoma –Ke fa questo? Nu ‘ncesente?-
Feroce –No, ha detto "dissente" voce del verbo dire: quanno che uno parla è "parlante", quanno che uno dice è "dissente"!
Corederoma – Ah, ma allora k’ha detto? A me, me sa che questo c’ha le idee confuse: già se chiama Lì e là…poi se vole spreme…ma che, se fa ‘na pippa?-
Lialà –sono una donna maleducato! Io dissento da questo mondo che obbliga ad incontrarci –
Feroce –vabbè è arivata la scienziata sul pisello!-
BISTURI – MAVATTELAPIANTERCULO!-
Corederoma – dissente,dissente… questa dissente sempre-
Feroce – E se vede che soffre de dissenteria!-
Pensierodebole – ciao Lialà, ti va di andare in chat privata così evitiamo questo "cul de sac"?-
Lialà – si, va bene, ma parliamo di letteratura e nient’altro ok?-
Pensierodebole – Bene… andiamo-
BISTURI – Annate, annate… "un sac o ‘na sporta" ma sempre apiavvelanterculo annate!-
Messaggio istantaneo da pensierodebole
-Allora: ci sei Lialà-
Messaggio istantaneo da Lialà
-Sì, eccomi… ora sono in stanza-
-Bisogna fare lo slalom tra i burini per incontrare qualcuno a cui interessi la letteratura-
-Sì, ormai bisogna darsi appuntamento nelle stanze private perché parlare di letteratura pare una cattiva azione!-
Eppure, per qualche impercettibile motivo, la filosofia un po’ "per le spicce" di "BISTURI" riecheggiava ancora nelle orecchie di entrambi con qualche inspiegabile imbarazzo.Dopo alcune battute sciocche sulle quali è bene scendere un velo, finalmente la conversazione riprese quota.
-Perché ti chiami "pensierodebole"? Fai riferimento a Milan Kundera? Sai…Thomas…l’insostenibile leggerezza dell’essere…-
-Non proprio: era medico mi pare,ma non saprei spiegare…e tu invece ti richiami ai romanzi rosa e d’appendice?-
-Non proprio: io "sono" Lialà-
-Ma…veramente mi pareva che fosse una signora aristocratica molto anziana e malata, anzi mi pareva fosse già morta, addirittura!-
-formalmente… c’è una collana di libri che vengono ancora scritti col suo copyright e del resto già da anni lei non scriveva più prima della morte. Io curo la parte letteraria e sono una delle tre scrittrici a contratto-
-perché sei entrata in una chat letteraria?-
-e tu perché?-
Questa domanda, per rispondere ad un’altra domanda, appariva una maleducazione evidente, ma le era sfuggita d’impulso come quando, non sapendo che dire, si rilancia banalmente il discorso sull’interlocutore per prendere tempo e preparasi meglio il ragionamento…
-ho bisogno di comunicare: sto passando un momento di ansia e assai difficile-
-ti ha lasciato la ragazza?-
-Sì,in un certo senso…ma una parte di lei mi è rimasta qui: resterà con me per sempre-
-capisco…e hai sofferto molto?-
-Si, ma credo che alla fine sia lei ad aver sofferto di più nella separazione-
-mah,non credo…le donne quando decidono di tagliare sono quasi chirurgiche, specialmente se hanno già trovato rifugio altrove al loro amore; comunque tu hai vissuto questa esperienza e quindi lo sai di certo meglio di me.-
-chirurgiche…io faccio il cardiologo. E poi…esperienza : già,chiamala esperienza!-
-beh… "pensierodebole", qualcuno ha detto che "esperienza" è il nome che gli uomini danno ai propri errori, ma anche gli errori sono la vita, bisogna prenderne il buono e andare avanti-
-sì…penso di sì…lei se ne voleva andare perché pretendeva la sua libertà: ma, poi, esiste la libertà? No, non esiste in sè la libertà…la prova ne è che per capire di cosa si parla bisogna accompagnarla sempre con un complemento di specificazione. Sai Lialà, l’avevo incontrata in chat…una chat letteraria…-
-Oh, che cosa romantica e interessante! E come andò?-
– Mise un testo breve ma intenso: lo vuoi conoscere? Ne ho salvato una copia…-
–Dai…sono curiosa!-
"Ogni silenzio ha dentro di sè parole e avvenimenti muti, ma se ti soffermi ad ascoltare li puoi sentire vibrare.Un giorno come tanti presi un tuo silenzio e lo sezionai con un bisturi di dolore: non so come ci riuscii ma l’involucro di quella massa informe si lacerò e sentii l’odore crudo e acre di quel silenzio. Potevo smettere, potevo respingere quell’odore pungente ed invece incisi ancora, ma solo un poco perché quel silenzio, ben presto, si aprì da solo: ne uscì uno spartito su un pentagramma ingiallito e qualche nota di una vecchia canzone a sorreggere le immagini di un film fuori moda. Noi due attori che quel giorno non dicemmo le parole del copione, ma parole più grandi, più vere eppure parole ormai finite chissà dove: attori e parole ormai senza gloria e senza memoria. Come pus il ricordo fu espulso, l’involucro e l’entità informe svanirono: solo un secco rumore ed un bagliore sul pavimento. Il bisturi intriso di umori aspri e densi: questo rimase di quel silenzio…un silenzio orfano di parole, come fiocchi di neve svaniti nel mare denso dell’inverno."
-E già, molte donne amano il bisturi: qualcuna lo fa per lacerarsi dentro e immergersi nel suo dolore di amori incompiuti, altre preferiscono più sbrigativamente rivolgersi ad un chirurgo plastico che le renda come gli uomini le vogliono vedere fuori, perché alla fine le cicatrici di fuori si vedono meno di quelle di dentro-
-Io ho una borsetta di strumenti chirurgici con una serie completa di bisturi e quella storia mi ha affascinato specialmente per il significato dato a quei gelidi strumenti di vita o di morte… "Si sta/ come d’autunno/ sugli alberi/ le foglie"…
Partendo da "Soldati" e Ungaretti, "pensierodebole" raccontò così come proseguì la storia:erano passati presto a scriversi delle mails tutti i giorni. Lei era depressa perché faceva da tanti anni la "docente precaria", perché non trovava chi le pubblicasse le sue malinconiche poesie e soprattutto non trovava chi, nel mondo, la apprezzasse al di là del suo aspetto esteriore invero non attraente, ma, piano piano, col tempo, sembrava essere rifiorita proprio grazie al fatto che a lui non interessava tanto il suo involucro fisico. A lui interessava in realtà come lei era fatta dentro: sì, certo, tutti dicono così, ma lui aveva dimostrato tante attenzioni anche dopo che lei, coraggiosamente, gli aveva inviato una istantanea fatta con la webcam. Voleva sapere se aveva riposato bene e le dava mille consigli su come prendere sonno, voleva sapere se aveva mangiato bene e le dava mille consigli su come mangiare bene, poi chiedeva se aveva fatto le analisi per la glicemia che era un suo problema di salute congenito e le dava mille consigli sulla salute e come preservarla… insomma, fu così che si scoprirono ad avere gli stessi gusti e gli stessi ideali…poi, piano piano, gli stessi pensieri e ancora, piano piano, le stesse emozioni, infine, piano piano, gli stessi sogni e gli stessi bisogni.
Mentre raccontava queste cose percepiva la crescente partecipazione di "Lialà" alla vicenda ora con esclamazioni rapite, ora con esortazioni a dire di più e ancora,ancora…e già sentiva che una nuova febbre, pulsante e acuta lo assaliva.
-Che bella storia d’amore!…e poi è finita…-
-Sì, purtroppo: vuoi sapere come?-
-No, non me lo dire.Noi di Lialà scriviamo sempre e solo storie a lieto fine…ora te lo posso rivelare: il motivo per cui sono venuta in chat è proprio perché dovevo inventare una storia d’amore nata grazie a questo nuovo modo di conoscersi.La tua storia è troppo bella per non essere scritta…non te ne avrai a male se la userò, cambiando i nomi e certe cose, per il prossimo libro.Grazie "pensierodebole", si è proprio fatto tardi e devo chiudere…ciao…click-
"Pensierodebole" rimase di ghiaccio. Aveva aperto la sua storia d’amore ad una sconosciuta e questa se ne era appropriata come si farebbe con una sigaretta presa dal pacchetto: l’aveva accesa, fumata e poi spenta sul suo petto. Era forse stato troppo ossessivo, opprimente, assillante come già altre volte gli avevano detto altre donne per congedarlo bruscamente, anche dopo lunghe convivenze?Eleonora, infatti, lo aveva informato un mese prima che il loro rapporto era finito con un messaggio ed un disegnino fatto e trasformato ad arte nello sfondo del suo monitor :
"Mi togli l’aria…tu non sei innamorato: tu sei malato!" mentre due mani strozzavano un cuore certamente già spedito ad altro indirizzo maschile.
Ecco allora il motivo di quegli interminabili silenzi degli ultimi giorni!
Probabilmente non era lontana dalla verita, ma, in fondo, non è una malattia l’amore?
-L’insonnia non fa dormire, l’AIDS fa dimagrire paurosamente, la droga toglie la volontà…l’amore tutte queste cose insieme. La peste era colpa degli untori finché non scoprirono il batterio killer, oggi l’amore è colpa del "Fato" solo perché non si è ancora scoperto l’agente patogeno…è solo questione di progresso della scienza verso l’ignoto: sapremo presto la causa reale e ci cureremo…-
Come medico ne era convinto.
La mattina seguente il petto gli bruciava ancora come il ruvido impatto del giorno prima: era passato dalla volgarità vernacolare schietta e diretta di "BISTURI", a quella snob e pseudocortese di una presunta amante delle "belle lettere" quando sulla posta elettronica trovò questo messaggio:
-Sono Elisabetta: "Lialà" è stata la parte di me cafona e approfittatrice, ma anch’io sono una donna sola (e, tacendolo, forse non bellissima). Vorrei ringraziarti e chiederti scusa: anche di persona, se tu vuoi…-
Pensierodebole riprese colore: propose col cuore a mille l’appuntamento per l’indomani, poi spense il computer e pensò intensamente ad Elisabetta: quante cose avrebbe fatto per lei!
Non avrebbe più dovuto preoccuparsi di nulla…avrebbe pensato sempre a tutto lui: era il suo modo di esprimere amore: non poteva fallire perché le donne amano essere riempite di attenzioni!
Con già melodioso passo leggero, si recò infine in cucina. Aprì, come fosse un sorriso, il frigorifero candido che si accese di luce gioiosa e prese il vasetto della marmellata di fragole, ma un presagio lo assalì: l’esperienza insegna, "esperienza è il nome che gli uomini danno ai propri errori…" fu così che lo svuotò e vi scrisse sopra "Elisabetta per sempre" poi lo ripose accanto ad un altro pieno di formalina con dentro un bisturi scintillante e il muscolo cardiaco col nome "Eleonora" e il "per sempre"scritto davanti.
Un rito, una scaramanzia,una prudenza preventiva: di certo un vaso preparato coltivando l’intima speranza, stavolta, di non doverlo usare.
di Roberto Marconi

Redazione Senigallia Notizie
Pubblicato Venerdì 4 febbraio, 2005 
alle ore 15:44
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