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Siamo noi a far ricca la terra

"Di ricchezza nel mondo ce n'e', ma la parte che ci spetta in tasca di chi e'?"


clicca per ingrandireMentre si svolge la gran fiera dello shopping natalizio, in molti non sono invitati alla festa o vi partecipano a stento e con enormi sacrifici. Milioni di persone guardano le vetrine scintillanti dei negozi, lo sfarzo, lo spettacolo della ricchezza, ma si limitano a guardare o poco più.Si limitano a guardare tutti i lavoratori precari con contratti interinali, co.co.pro. Si limitano a guardare le famiglie, che sempre di più faticano a far quadrare i conti. Si limitano a guardare gli studenti delle scuole superiori,che fanno “stage” d’ore nelle aziende senza ricevere nessun compenso, oppure quelli universitari, che con la loro ricerca producono un sapere che poi andrà ad arricchire chi detiene la proprietà intellettuale. Si limitano a guardare i pensionati, i migranti, i disoccupati e tutti quei soggetti del nuovo lavoro atipico, senza diritti e senza garanzie.
Tutto ciò per un motivo molto semplice: i prezzi aumentano, gli stipendi no!
Ma chi produce tutta questa ricchezza esposta in bella vista?
Perché le strategie di marketing e del commercio utilizzano i nostri gusti e stili di vita, senza darci in cambio nulla?
In un mondo dove oltre il 50% delle persone hanno a che fare con la produzione, il trattamento e la circolazione d’informazione, cioè una ricchezza di natura riflessiva e immateriale, che investe completamente la vita sociale di tutti noi, rendendo così la riproduzione ed il consumo immediatamente produttivi. Marchi, loghi e copyright privatizzano produzioni comuni. Tutto ciò è soprattutto evidente nel campo culturale, in primis nella musica. Da sempre riteniamo che le idee sono nell’aria e che non appartengono a nessun singolo individuo, a nessun “Autore”. Infatti, l’autore non è il Genio, ma un semplice interprete, un traduttore. E’ colui che trae una sintesi precaria da flussi d’informazione e di conoscenze che vengono generati e trasmessi dall’intera società e che l’attraversano in lungo e in largo, come le onde elettromagnetiche.
Da più di un anno, in Italia, per rispondere al caro prezzi e per “reclamare reddito” accadono fatti “miracolosi”. Autoriduzioni nei supermercati, nelle librerie, nei cinema e nei musei. Ridistribuzioni pubbliche di libri fotocopiati o di cd masterizzati e proiezioni pirata di film appena usciti nelle sale cinematografiche. Cene gratuite in ristoranti di lusso, fino a veri e propri espropri, com’è accaduto il 6 novembre scorso a Roma.
Tutto ciò è “esercizio del comune””, ovvero riappropriazione di ciò che tutti vivendo contribuiamo parzialmente a produrre e che quindi ci appartiene.
Per questo abbiamo deciso di ridistribuire musica, (100 cd masterizzati, di Vasco, U2 e REM), per dimostrare in maniera chiara e diretta la nostra più totale avversione verso l’esistenza di gruppi come la SIAE, che speculano e s’arricchiscono su ciò che dovrebbe essere patrimonio collettivo. Noi non riconosciamo e non rispettiamo la legalità della SIAE, dei diritti d’autore e del copyright.Per quanto ci riguarda la “pirateria” è il nostro contrattacco contro i prezzi esasperati dei CD e di qualsiasi altro prodotto culturale, che sono ormai divenuti vere e proprie estorsioni legalizzate.
Un cd che costa più di 20euro cos’è se non un furto al nostro portafoglio?!
Per questo dire sì alla pirateria è dire no alla criminalità!
In pratica parliamo di una generale democratizzazione dell’accesso alle arti ed ai prodotti dell’ingegno.Tutto è prodotto dalla moltitudine e tutto dev’essere a sua disposizione, senza copyright e brevetti.
In fondo se non vi è genio, non vi è neanche proprietà!
C.S.A. Mezza Canaja
Kolletivo di Resistenza Studentesca

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Redazione Senigallia Notizie
Pubblicato Lunedì 27 dicembre, 2004 
alle ore 9:42
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