Dal Mezza canaja: “Stateci Lontani!”
Provocazioni della polizia durante il dibattito con Giulietto Chiesa
Era gremita la nuova sede del Mezza Canaja, circa trecento persone arrivate da tutta la provincia per ascoltare Giulietto Chiesa. La prima serata di un nuovo percorso, che presto spiegheremo pubblicamente. Mentre all’interno del centro sociale ci si confrontava sui temi della recente attualità, dalla guerra al ruolo dell’informazione, passando per l’elezioni americane, la strage di Beslan, i crimini del governo Berlusconi e molto altro. Realizzando un dibattito politico ed una ricchezza culturale che da molto non si vedeva in città. Fuori qualcuno aveva invece deciso di fare il possibile per trasformare una tranquilla serata di discussione in un problema d’ordine pubblico.
Ma veniamo agli eventi. Verso le 21.15 il centro sociale era già pieno, le centocinquanta sedie già occupate ed altrettante persone in piedi. Alcuni attivisti d el Mezza Canaja sono andati a prendere alcune sedie abbandonate vicino all’ex-acquascivolo, le pulivano per poi portarle dentro. All’improvviso due uomini della Digos, venuti a vigilare su non si sa ché, minacciano i nostri compagni d’arresto per furto e dopo avergli preso i documenti, di non restituirglieli finché non restituivano le sedie. Ma la serata era ormai cominciata e l’immediata solidarietà d’altri attivisti del centro ha fatto sì che i documenti fossero restituiti, che non si procedesse a nessuna denuncia e che si potesse usufruire delle sedie. L’intelligenza sembrava aver prevalso, ma ci sbagliavamo.
Verso metà serata, due ragazzi del pubblico sono fermati in spiaggia dagli stessi uomini della Digos, perché stavano commettendo un grave reato, si fumavano un banale spinello.Alcuni di noi si sono accorti ed hanno cercato di spiegare ai poliziotti, che non era il caso di creare tensione per una cannetta, ma la Digos ha risposto con insulti, del tipo: “ci avete rotto i cOglioni”, “andatevene via, voi qui non ci potete stare”, fino a sfiorare il ridicolo con frasi come: “siete innamorati di noi che ci seguite”, “siete gay” (evidentemente per questi signori la parola gay è un insulto, quando si dice razzismo).Nel frattempo molti altri compagni (non solo appartenenti al Mezza Canaja, ma di diversa estrazione politica e di diversa età) venivano a dare appoggio ai fermati mentre il dibattito era interrotto per spiegare cosa stava accadendo fuori e per affermare la nostra totale determinazione ad impedire che due persone fossero portate via dalla polizia. Tutte le persone presenti rispondevano con un forte applauso. Dopo l’arrivo d’altra polizia, l’aumentare delle persone in sostegno ai fermati, qualche insulto, qualche spintone e la mediazione d’alcuni politici locali, si è riusciti a far ragionare i poliziotti che hanno lasciato andare i due ragazzi fermati. Ma ecco che avviene il fatto più grave e più inquietante. Improvvisamente compaiono nelle mani della polizia sei proiettili calibro 9, già esplosi, ed accusano i due ragazzi di essere armati. Ovviamente non era vero nulla.La falsificazione di prove, soprattutto quando si tratta di proiettili, ci sembra un atto indegno e vile. Tutto sta a dimostrare come la polizia abbia continuamente cercato di rovinare una straordinaria serata, che se non è degenerata lo si deve solo alla maturità dimostrata dagli attivisti del Mezza Canaja e da tutte le persone che hanno solidarizzato.
Alle forze dell’ordine diciamo che non saranno le intimidazioni e l’uso della paura a fermare la crescita di uno spazio libero ed autogestito in città.
Le foro della serata nella Galleria
Mezza Canaja
Centro Sociale Autogestito
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