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Famiglia sterminata per il timore di andare in rovina

Arduino Sgreccia per i periti "Incapace di intendere e volere"

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Fu la follia ad armare di fucile da caccia Arduino Sgreccia e a spingerlo, in rapida successione, a uccidere la moglie e i due figlioletti e poi a tentare il suicidio. E’ quanto emerso ieri durante l’udienza svoltasi con le modalità di incidente probatorio nel Palazzo di Giustizia di Ancona: parola del perito Vittorio Volterra, mesi fa incaricato dal gip di studiare la mente dell’imprenditore edile 47enne che il 13 marzo scorso nella villetta di San Pietro in Musio, frazione di Arcevia, commise il triplice omicidio.Secondo lo psichiatra Volterra, Sgreccia era incapace d’intendere e di volere al momento del fatto. E ancora, le risposte ad altri quesiti, con valore di prova in caso di rinvio a giudizio: al processo l’imprenditore potrà partecipare coscientemente, sempre che vadano a buon fine le cure farmacologiche cui dovrà ancora sottoporsi presso la clinica psichiatrica dell’ospedale di Senigallia dov’è recluso agli arresti domiciliare e dove dovrà subire anche numerose operazioni chirurgiche ricostruttive (in varie parti del corpo, tra cui l’addome e un dito).Operazioni che l’imprenditore 47enne, salvatosi per miracolo, aveva già sostenuto al viso dopo il suo atto incomprensibile (si capisce ora che è stato dettato dalla follia); un reato aggravato dal suo rapporto parentale con le vittime. Volterra non si è pronunciato sul tipo di patologia di cui è affetto l’inquisito, ma ha sostenuto che il suo precario stato di salute è incompatibile col regime carcerato.Il vizio di mente che caratterizzò Sgreccia quando imbracciò e usò l’arma del delitto-tesi sempre sostenuta dall’avvocato difensore Marcello Marcellini – potrà giocare un ruolo importante in vista di una sua non imputabilità almeno parziale. Un punto a favore della difesa- che si era battuta fin dall’inizio perchè si svolgesse l’incidente probatorio – convinta che Sgreccia era piombato in un infernale mondo tutto suo quando il 13 marzo scorso irruppe nel suo appartamento a San Pietro di Arcevia e uccise la 36enne Cecilia Torcellini e i piccoli Erika e Andrea, rispettivamente di 11 e 7 anni. Sgreccia, quando fu interrogato in ospedale dal gip, accennò confusamente alla pazzesca molla che gli scattò in testa: da un pezzo tanta gente lo seguiva, spiava, minacciava lui e la famiglia, un incubo che lo ossessionava e non poteva sopportare, da qui la decisone di farla finita con tutto e tutti. Due anni fa, forse a causa di una dieta forzata, la sua mente aveva vacillato. Un periodo di crisi da cui l’imprenditore sembrava essersi ripreso grazie a delle cure specifiche.L’esito della perizia psichiatrica fa supporre che un vizio di mente abbia covato da allora sotto l’apparente lucidità.Apparente lucidità che aveva dettato anche lo sconvolgente film horror all’interno della villetta. Sgreccia aveva fulminato la moglie in cucina, poi era entrato nella camera dei figlioletti freddandoli mentre dormivano nei loro letti.
di Gambelli e Milzi

Pubblicato Giovedì 30 settembre, 2004 
alle ore 10:12
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