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L’arte scattante di Mario Schifano a Falconara M.

Ventisei opere dei primi anni Novanta


clicca per ingrandireS’inaugura sabato 18 settembre 2004 alle ore 18,00 presso gli spazi espositivi della Galleria Artemisia Arte Contemporanea di Falconara M. (An), in Via Bixio, 39 la mostra di Mario Schifano dal titolo “Pittura scattante”. L’iniziativa prodotta dall’Associazione Culturale Arte Incontro con l’Associazione Artistica Artemisia, presenta con il titolo “Pittura scattante” ventisei opere dei primi anni Novanta – una preziosa raccolta di fotografie dipinte – del maestro Mario Schifano.L’artista romano fin dagli anni Settanta aveva lavorato sulle immagini televisive riportate su tele emulsionate, isolandole dalle sequenze narrative cui appartengono e riproponendole con tocchi di colore in funzione estraniante, alle quali ritorna con gli anni ’90 (dopo un interesse per il naturale e per un ritrovato piacere per la pittura), secondo una decontestualizzazione delle immagini dei media in cui interviene pittoricamente per un definitivo cambiamento di senso.Se l’arte contemporanea ha sviluppato una strategia di avvicinamento verso la vita Schifano ha trovato un punto di contatto con la vita nel contrapporre il fare creativo del suo linguaggio a quello dell’esistenza moderna che comunica attraverso altri linguaggi, quelli automatici e veloci dei mezzi di riproduzione meccanica. Così contrappone le sue immagini particolari a quelle massificate del sistema sociale. In questo senso possiamo trovare un’analogia con il processo creativo di Andy Warhol il quale ha fatto dell’immagine seriale dell’industria un suo carattere specifico.Importante per Schifano diventa l’accelerazione del ritmo artigianale della pittura, catturare dentro di essa frammenti di immagini balenate dai mass-media che permettono di far entrare la manualità artistica all’interno di uno spazio più ampio e sociale. E anche la fotografia, dal suo punto di vista, diventa un ulteriore strumento per esprimere la propria immaginazione, non uno strumento meccanico di mimesi della natura, ma un mezzo che permette di vedere le cose da un altro punto di vista e di cambiarle di segno.La mostra, curata da Andrea Giusti e da Stefano Tonti (docente di Didattica dell’arte all’Accademia di Belle Arti di Firenze), sarà corredata da un pieghevole esplicativo allo scopo di illustrarne i contenuti specifici. Con la mostra delle opere di Schifano riprende l’attività dello spazio espositivo Artemisia Arte Contemporanea dopo essersi imposto, nella passata stagione, all’attenzione del mondo culturale locale e nazionale con il ciclo espositivo “Riflessi nell’arte” una serie di mostre dedicate alla lettura dei movimenti dell’arte più autorevoli della fine del ‘900 (Pop art, Concettuale, Transavanguardia, Anacronisti, Citazioni e nuova pittura) con la presenza di autori le cui opere sono patrimonio della storia dell’arte.Concepito con un alto valore scientifico lo spazio, mira a promuoverne un corretto approccio alla conoscenza delle arti visive e a sostenere un collezionismo di alta qualità artistica garantendone i presupposti di un eventuale investimento allo stesso tempo economico e culturale.La mostra , dal titolo significativamente emblematico, anche relativamente alle opere presentate, tutte di relative piccole dimensioni, resterà aperta sino al 3 ottobre 2004 con il seguente orario: tutti i giorni dalle 10 alle 12,30 e dalle 17 alle 19,30 (domenica pomeriggio e lunedì chiuso).

MARIO SCHIFANO 1934-1998

Trasferitosi a Roma tra il 1948 e il ‘49 con la famiglia, negli anni Cinquanta collabora con il padre archeologo al Museo Etrusco di Valle Giulia e comincia a dipingere.Nel 1959 tiene la sua prima personale alla Galleria Appia Antica di Roma, dove espone un repertorio riconducibile all’informale materico, di una accorta gestualità e segnate anche da qualche sgocciolatura. E’, però, in occasione della mostra che tiene l’anno successivo alla Galleria “La Salita” in compagnia di Angeli, Festa, Lo Savio ed Uncini, che la critica comincia ad interessarsi del suo lavoro. Nel 1961 vince il Premio Lissone per la Giovane Pittura Internazionale. Dopo l’esperienza informale, la sua pittura muta passando per i monocromi (grandi carte incollate su tela e ricoperte di un solo colore, tattile, superficiale, sgocciolante), in cui il dipinto diventa “schermo”, punto di partenza, spazio di un evento in cui, qualche anno dopo, affioreranno cifre, lettere, frammenti segnici della civiltà consumistica, quali il marchio della Esso e della Coca-Cola. Nel ’62 negli Stati Uniti viene a contatto della Pop Art rimanendone fortemente colpito. A proposito della Pop Art puntualizza di aver lavorato contemporaneamente e non successivamente agli americani “che la imponevano, quasi come un fatto politico”.Nel 1964 viene invitato alla XXXII Biennale di Venezia, la Biennale della Pop Art. Da questo momento i suoi Schermi si popolano di figure: sono i Particolari e i Paesaggi. I viaggi ripetuti negli Stati Uniti per la realizzazione del film Laboratorio Umano, finanziato da Ponti ma mai girato, gli forniscono un immenso repertorio di materiale fotografico, poi utilizzato per varie mostre.Opera per cicli tematici e spesso si occupa di una rivisitazione dell’arte del passato più o meno recente. Oltre quelle ricordate, sono numerose e significative le sue mostre in gallerie e spazi pubblici e privati in Italia e all’estero. E’ stato presente ad importanti rassegne dell’arte italiana ed internazionale a New York, Tokyo, Stoccolma, Bucarest, Zurigo, l’Aia, Los Angeles, Buenos Aires e ha vinto importanti riconoscimenti ed è stato più volte invitato alle maggiori manifestazioni nazionali ed internazionali tra le quali ricordiamo: nel 1963 “La Nuova Figurazione” Premio Fiorino, Firenze, “Oltre l’informale ” la Biennale di San Marino ed il Premio Spoleto, le Biennali di San Paolo del Brasile e di Parigi del 1967, le Quadriennali di Roma del 1973 e del 1986, le Biennale di Venezia del 1978, 1984 e del 1986, le mostre “Aspetti dell’arte italiana contemporanea”, Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma nel 1966, “Vitalità del negativo nell’arte italiana”, Palazzo delle Esposizioni, Roma di nel 1970, “Arte in Italia 1960/1977”, Galleria Civica d’Arte Moderna di Torino nel 1977, “Arte e Critica 1980” Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, nel 1980, “Arte italiana nel XX secolo”, Royal Accademy di Londra, nel 1989, “The Italian Metamorphosis”, Guggenheim Museum di New York, nel 1994.

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Redazione Senigallia Notizie
Pubblicato Venerdì 17 settembre, 2004 
alle ore 10:25
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