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Area Sacelit, no all’albergo

Maxi-sottopasso a Cesano

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Non c’è dubbio: per la maggioranza di “governo” cittadina sarà un’estate molto calda, e non parliamo certo di meteorologia. Passata, o forse solo aggirata, la bufera per la variante di tutela e valorizzazione alle zone costiere è in arrivo quella per il piano d’area della Sacelit Italcementi di proprietà della società “Vecchia Darsena”. Con cadenza pressoché regolare i vertici politici cittadini si stanno incontrando per discutere del futuro dei 5 ettari di terreno più in vista della città. Sul tavolo della maggioranza è arrivata infatti la bozza del piano d’arca della Sacelit Italcementi, in pratica lo strumento che “dice” cosa diventerà l’ex sito industriale più discusso di Senigallia.
Gli appartamenti. La proposta in visione ai partiti della coalizione Angeloni prevede naturalmente l’edificazione di abitazioni che dovrebbero sorgere sul perimetro del lotto lato mare. Tra la schiera di case già presenti ora e le nuove palazzine disegnata una strada che di fatto andrebbe a sostituire il tratto di lungomare Mameli che va dal porto all’incrocio con via Panzini. Il lungomare diventerebbe pedonale. Sulle superfici minime degli appartamenti non dovrebbero esserci grandi sorprese con molta probabilità non scenderanno sotto i 40 metri quadrati (intesi come superficie utile). Il dibattito sarà certamente acceso sulla percentuale del lotto a 40 metri quadrati. Un “semplice” dato che deciderà in pratica quanti appartamenti saranno ad uso prettamente turistico e quanti residenziale. Naturalmente il verde ci sarà e dietro le edificazioni che, come detto avrebbero vista sul mare.
Posti auto. Spostandoci ulteriormente verso la ferrovia si arriva ai parcheggi che dovrebbero essere a servizio della città e che potrebbero essere edificati addirittura su due piani.Anche in questo caso il dibattito tra i gruppi consiliari dovrebbe filare liscio,il condizionale in politica è d’obbligo.
Il capannone. Le dolenti note si avranno quando si deciderà il futuro del capannone, che si trova alle spalle della ciminiera. La proposta dell’architetto Bohigas prevedeva il recupero della struttura da destinare a “sala” polivalente (una sorta di auditorium per metà all’aperto) da utilizzare per manifestazioni o come piazza per far riunirei senigalliesi.Dalla proposta in discussione sarebbe emerso che il capannone non avrebbe più le condizioni di sicurezza, e quindi di agibilità, tanto che l’unica strada da percorrere sarebbe quella della demolizione.
L’albergo. Un grosso punto interrogativo aleggerebbe sull’albergo: la struttura ad uso turistico verrebbe posta sub judice. Sempre nel documento al vaglio dei partiti politici cittadini vi sarebbe un passo in cui si afferma che prima di decidere se costruire l’albergo occorre una indagine di settore, tempo previsto 12 mesi. In pratica se nell’arco di questo periodo non verrà fuori un imprenditore che ha intenzione di investire in un albergo in quella zona, il progetto decade e al suo posto potrebbero giungere altri appartamenti.
Il lungomare. Cambiamenti, rispetto all’idea Bohigas, giungerebbero anche sul fronte collegamento tra i due lungomari. Nella bozza comparirebbe addirittura una sorta di ponte levatoio, del tipo che si apre a metà, più o meno all’altezza del vecchio club nautico mentre sul retro del lotto Sacelit, vicino ai parcheggi, potrebbe sorgere una rotatoria che collega con la statale 16.Gli oneri di urbanizzazione, circa 15 milioni di euro, rimarrebbero a carico della proprietà.
Sottopasso a Cesano. Fin qui l’idea progettuale per l’area Sacelit Italcementi che tra le tante cose comporta anche la chiusura dell’attuale passaggio a livello. Un elemento che lascerebbe il tempo che trova se non nascesse il problema del trasporto delle imbarcazioni. Ma una soluzione ci sarebbe. A Cesano, unica località probabilmente utile, potrebbe sorgere un grande sottopasso del costo di 3 milioni e mezzo di euro. Una costruzione che dovrebbe avere la funzione di consentire il transito dei camion adibiti al trasporto di barche, anche di grandi dimensioni grazie ad una pendenza minima a scalare.Qui la tempistica gioca un ruolo importante. Non sarebbe un mistero che i vertici politici vorrebbero mettere la firma sul piano preliminare entro settembre. Atto che consentirebbe al costruttore di avviare la demolizione nel marzo dei 2005, pochi dal via dalla campagna eIettorale perle elezioni comunali.
di Marcello Pagliari

Pubblicato Lunedì 19 luglio, 2004 
alle ore 10:42
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