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Chirurgia, Quagliarini se ne va

Il primario in pensione a ottobre. L'Asl: difficile sostituzione

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Per il mese di ottobre è previsto un cambio al vertice nel dipartimento di Chirurgia dell’ospedale di Senigallia. L’attuale primario, il chirurgo Paolo Quagliarini, dovrà infatti abbandonare l’incarico al compimento dei sessantasette anni. La notizia ha creato un po’ di sconcerto, il dottore e’ infatti molto stimato anche al di fuori della realtà cittadina e in più occasioni ha accettato di eseguire, conseguendo ottimi risultati, operazioni chirurgiche che colleghi di altri ospedali avevano rifiutato perché troppo rischiose."In questo reparto sono state effettuate dal dottor Quagliarini e dalla sua equipe – conferma la dottoressa Silvana Seri, direttore sanitario del Presidio Ospedaliero -, degli interventi di altissimo livello che non si effettuano in tutti gli ospedali". Sarà quindi una grave perdita per il nosocomio.. "E’inutile dire che siamo tutti molto dispiaciuti – commenta Mario Molinari,direttore di zona -. Quagliarini è un grande professionista però la legge prevede il pensionamento dei dottori all’età di 65 anni e per i primari a 67". Quindi, a meno che nei prossimi mesi non venga concessa una proroga alla legge che fissa i termini per il pensionamento del personale medico, il cambio della guardia nel dipartimento di chirurgia sarà inevitabile.Sotto la direzione di Quagliarini il reparto ha compiuto grandi passi anche dal profilo organizzativo.Dal 2000 infatti, accanto al tradizionale dipartimento di chirurgia generale, è sorto un centro di chirurgia e degenza breve per patologie non gravi, da curare in day-hospital, attraverso terapie mirate, oppure in day-surgery, con un intervento chirurgico. "Si tratta di patologie meno impegnative – spiega il primario -, come alcuni casi di ernie per le quali si può operare e dimettere il paziente nella stessa giornata, questo grazie alla grande evoluzione della chirurgia." Il day-surgery ,l’intervento chirurgico a breve degenza, consiste nel ricoverare il paziente la mattina per poi operarlo, sottoponendolo ad anestesia locale o spinale, ed infine dimetterlo in serata."In questo modo il paziente può rimanere in ospedale solo il tempo davvero necessario – spiega la dottoressa Seri -,infatti tutti gli esami preliminari vengono effettuati prima del ricovero e non dopo come solitamente avviene".Se la patologia lo permette, il malato potrà sottoporsi agli esami di pre-ricovero, in seguito ai quali il suo nominativo verrà inserito in una lista d’attesa. A questo punto potrà tornare a casa e una volta arrivato il suo turno sarà convocato per sottoporsi all’intervento. Con la chirurgia ordinaria continuano invece ad essere svolti gli interventi complessi, che richiedono un decorso post-operatorio più lungo.
di Sabrina Marinelli

Pubblicato Martedì 27 aprile, 2004 
alle ore 10:57
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