“Domenica disobbediamo”. Ufficializzata dal Laboratorio il Pane e le Rose un’azione dimostrativa con il collettivo dei disobbedienti delle Marche contro la guerra e la politica del governo Berlusconi in occasione del raduno dell’Arma. Ciò significa che l’incontro pubblico alla presenza del sindaco di una settimana fa non ha soddisfatto i pacifisti. “Si è trattato di un bel incontro perché partecipato – afferma Nicola Mancini del Laboratorio – ma dal punto di vista politico vogliamo sia chiaro che non possiamo accettare paternalismi. La pratica del “tapparci il naso” non ci appartiene”. Insomma i pacifisti domenica, e forse anche nei prossimi due giorni, non staranno a guardare. “Faremo ciò che è opportuno fare senza, lo ribadiamo, cercare lo scontro fisico. Saremo tranquilli se lo saranno anche gli altri”. Nel ribadire che la manifestazione è tutt’altro che apolitica la “rete” contesta i vertici comunali e i partiti della sinistra cittadina. Nel pomeriggio di ieri è giunto il divieto all’utilizzo del Centro di Aggregazione Giovanile per riunire la conferenza stampa. Il gesto del comune è stato definito un primo segno di blindatura della città”. Latitanti partiti e sindacati. “Verdi e Rifondazione Comunista prendono parte alle marce per la pace e poi a Senigallia, nella loro città, si celebra la guerra con esponenti del governo e non fanno nulla?”. La rete dei disobbedienti delle Marche sottolinea che l’intenzione è quella di “creare un polo alternativo a quello militaresco e truce con una manifestazione allegra e pacifica. Di fatto saremo nell’illegalità, nonostante rivendichiamo un diritto garantito dalla Costituzione”. Chiaro anche il messaggio per la giunta e il sindaco in primis, accusata di essere in difficoltà politicamente e non aver fatto altro che una difesa d’ufficio del raduno. “Al Sindaco chiederemo – conclude Nicola Mancini – se domenica ha intenzione di tenere un atteggiamento “pilatesco”, e quindi ci abbandonerà a noi stessi, oppure farà da mediatore con le forze dell’ordine”.
di ma.p.