Soggiorno con truffa per sette russi
I ragazzi venuti per imparare l'italiano denunciano un connazionale
Sette giovani russi rischiano l’espulsione perché truffati da un connazionale. Nell’Estate del 2001 questi ragazzi si sono iscritti alla scuola “Urs – Centro Studi Internazionale” di Nalcik, una cittadina della repubblica Cabardinia, gestita da Artur Petrovich Kuraschev per apprendere la nostra lingua con la prospettiva, al termine degli studi, di frequentare una scuola professionale in Italia. Tra la Repubblica Cabardinia e la Regione Marche esisteva un accoro bilaterale di scambio e di coorazione – spiega l’avvocato Carlo Canafoglia che assiste i sette russi -. L’Istituto di italiano-russo del Kurascev aveva quell’abilitazione. “Il corso di studi (costato ben 2700 dollari) iniziò nel febbraio 2002 e terminò nell’agosto 2002. L’Istituto russo provvedeva anche all’iscrizione nelle scuole italiane. Il titolare aveva una organizzazione con persone presenti anche in Italia con la quale si occupava dell’iscrizione dei ragazzi alle scuole italiane, di reperire l’alloggio per il periodo di permanenza e di compiere tutto quanto necessario per le loro esigenze”. Dopo lunghe attese, e altre versamenti di denaro, i sette sventurati hanno ottenuto il visto ma per turismo e non per studio. “I ragazzi, muniti di regolare certificato d’iscrizione alle scuole italiane, arrivavano a Senigallia nel febbraio scorso, dove venivano a conoscenza che non sarebbero potuti rimanere in Italia oltre la metà di aprile e che il visto d’ingresso per turismo non poteva essere trasformato in visto per motivi di studio, come invece era stato detto loro dal titolare della scuola di Nalcik”. Le Autorità Consolari italiane in Russia avevano ritirato ogni autorizzazione al Kurascev ed alla sua scuola di italiano. Così è scattata la denuncia per truffa per il russo mentre per i sette giovani è iniziata una corsa contro il tempo per poter ottenere una modifica del visto per fini di giustizia e rimanere a studiare in Italia.
di ma.p.
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