SenigalliaNotizie.it
Versione ottimizzata per la stampa

Le sette ultime parole di Cristo sulla croce

Martedi' 6 aprile alla Chiesa del Portone

749 Letture
commenti

Commissionata nel 1786 da un canonico della Cattedrale di Cadice, la composizione de Le sette ultime parole di Cristo, è costituita da una serie di brani musicali da eseguirsi a commento e a conclusione delle orazioni con le quali il vescovo illustrava ognuna delle sette parole.Così leggiamo nella prefazione alla partitura vocale (1796):… Dopo un breve sermone il vescovo saliva sul pulpito, pronunciava la prima delle sette parole (o frasi) e dava inizio a una orazione. Conclusala egli lasciava il pulpito e si prostrava davanti all’altare. L’intervallo veniva riempito dalla musica. Il vescovo quindi alla stessa maniera pronunciava la seconda, poi la terza e così via,mentre l’orchestra seguiva la conclusione di ogni orazione…
Originariamente scritta per orchestra (1786), come Musica instrumentale sopra Le sette ultime parole del nostro Redentore in croce, tale composizione fu rielaborata in altre versioni: quella per grande oratorio, una riduzione per quartetto d’archi, supervisionata dal compositore; una versione per forte piano o clavicembalo, autorizzata da Haydn e pubblicata a Vienna nel 1787 presso Artaria; la versione vocale del 1796 per mano dello stesso compositore. Dalla genesi dell’opera apprendiamo che Haydn, preoccupato dall’unità artistica globale della composizione, concentrò la sua attenzione sull’aspetto melodico, scrivendo una melodia appropriata a ciascuna delle prime parole del testo, in modo tale che ognuna di esse divenisse l’elemento conduttore di ogni movimento.Oltre alle sette sonate, come egli le definiva, Haydn scrisse un’introduzione e, per concludere, una descrizione del terremoto che sconvolse il Calvario, secondo quanto racconta il Vangelo di Matteo.Per esprimere al meglio il carattere dell’opera, Haydn, in una lettera al suo editore inglese Forster, ricorda come il suo intento compositivo fosse quello di commuovereanche l’ascoltatore più inesperto nelle profondità della sua anima…
La musica di ogni sonata delinea infatti lo stato d’animo di Gesù, del buon ladrone, di Maria e Giovanni, dei crocifissori.Colpisce l’uso frequentissimo delle note ribattute, quasi a sottolineare i colpi ricevuti, lo stillare delle lacrime, sudore e sangue, il continuo pulsare del dolore.

Maria Pettinari
Pubblicato Martedì 6 aprile, 2004 
alle ore 10:17
Come ti senti dopo aver letto questo articolo?
Arrabbiato
In disaccordo
Indifferente
Felice
D'accordo

Commenti
Ancora nessun commento. Diventa il primo!
ATTENZIONE!
Per poter commentare l'articolo occorre essere registrati su Senigallia Notizie e autenticarsi con Nome utente e Password

Già registrato?
... oppure Registrati!


Scarica l'app di Senigallia Notizie per AndroidScarica l'app di Senigallia Notizie per iOS

Partecipa a Una Foto al Giorno