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Passione – canto rituale di questua

XXXI rassegna Internazionale - Polverigi 4 aprile 2004


Tra i canti rituali di questua, grande diffusione nell’Italia Centrale, ha avuto, il canto della Passione (Passiò, come è semplicemente chiamato nell’area anconetana), generalmente pubblicato con il titolo di Orologio della Passione, perché il testo ripercorre ora per ora, il processo, la crocefissione, il martirio e la resurrezione di Cristo.La versione di questa lauda, di eccezionale valore storico, contemporanea alle sacre rappresentazioni del XII secolo, è rimasta ovunque molto fedele, e nel testo e nella musica. Le parole dicono della morte di Cristo, ma nel ritmo c’è già la resurrezione.Per il tono devozionale della narrazione le Passioni sono sicuramente opera della Chiesa o di qualcuno vicino all’ufficialità cattolica.Per quel fenomeno di sincretismo (in questo caso riuscito in modo perfetto) la Chiesa si è inserita nella tradizione, riuscendo a divulgare e rendere popolare, tra i riti pagani e pre-cristiani di fertilità già esistenti, il messaggio cristiano (anche se il cantore ormai lo ritrasmette meccanicamente, senza rendersene conto).Infatti l’animo popolare, anche in questo canto di mestizia non lascia sfuggire l’occasione di inserirvi (fenomeno esclusivamente marchigiano) il saltarello finale di richiesta, in una esplosione quasi "pagana" e liberatoria di gioia e di speranza.La Passione viene eseguita regolarmente da un suonatore di organetto o fisarmonica e da due "cantori" che eseguono alternandosi al canto, una stanza per uno, accompagnandosi con il cembalo ed i "timpani"(triangolo).Unica eccezione, nel fabrianese, dove gli strumenti fondamentali di accompagnamento soni i violini, il violone (basso a tre corde, portato in spalla dal suonatore) e la fisarmonica e dove il gruppo può raggiungere un numero di otto/dieci elementi.Il canto viene portato da squadre di cantori, casa per casa, come augurio di salute, benessere ed abbondanza, in cambio di cibo e vino destinati al pranzo che conclude la festa.L’esecuzione di questo brano popolare segue un rituale immutato da secoli: deve essere cantato nella settimana precedente a quella di Pasqua; nelle case colpite da lutto recente, dopo regolare richiesta dei cantori, ottenuto il permesso dal capofamiglia, viene eseguito senza il saltarello finale di richiesta doni.I canti di questua coincidono con alcune date precise del calendario agricolo. Nelle Marche, per il ciclo del solstizio d’inverno, troviamo: la Pasquella (Capodanno-Epifania), il Sant’Antonio (sedici gennaio), la Passione di San Giuseppe (diciotto marzo) per la sola zona del Piceno. Per quelle primaverili : lo Scacciamarzo (l’ultimo giorno di marzo), nelle sue settimane precedenti la Settimana Santa, rispettivamente: Alle anime sante del Purgatorio e la Passione di Cristo. Il Cantamaggio, nella notte tra il trenta aprile ed il primo maggio. Infine per quelle estive del mese di agosto: Alle anime sante (riguardante la sola zona di Fabriano).Questi nostri antichi riti andavano inesorabilmente scomparendo, a causa delle trasformazioni profonde della società ed in particolare della polverizzazione della civiltà contadina, ed ormai defunzionalizzati sopravvivevano, per la maggior parte, solo in forma memorizzata. Con la Rassegna della Passione, eseguita dagli autentici portatori della tradizione, si è contribuito tra l’altro ad una nuova "rinascenza" ed alla completa rivitalizzazione e diffusione di una delle nostre più valide e prestigiose tradizioni.

Pubblicato Venerdì 2 aprile, 2004 
alle ore 12:05
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