II tuo sogno? Diventare pompiere.Salvare e soccorrere persone in difficoltà, domare incendi e intervenire nei problemi della città sono desideri che molti ragazzi hanno.Il percorso per un vigile del fuoco è lungo: la Scuola centrale antincendi a Roma, qualche mese nei poli didattici regionali o interregionali: infine un comando di destinazione.Il distaccamento di Senigallia è il polo didattico della regione Marche-Umbria.Inizialmente ideata come officina regionale, sede di riparazione di mezzi, venne poi riadattata a polo didattico, con un’aula magna dotata di 120 posti, e un modernissimo sistema di audiovisivi, tre aule ordinarie e un’aula speciale Saf (speleologico, alpinistico, fluviale).Il corso Saf al primo livello è obbligatorio per tutti i pompieri e comprende esercitazioni per salvataggio in fiume, monte e grotta, ma a Senigallia esiste anche la specializzazione Saf, con addestramento, per esempio, presso il torrente della cascata delle Marmore (Terni), con canotti da rafting.A Senigallia lavorano 37 vigili del fuoco, compreso il capo distaccamento Marzio Corleoni.Ogni turno, con cambio alle 8 o alle 20, prevede nove vigili del fuoco, mentre la squadra minima di intervento e di cinque vigili più uno che resta in sede, ma manca il personale – spiega Corleoni – Qui come in tutta Italia c’è un 40 per cento di personale in meno del necessario.Negli ultimi due concorsi si sono iscritti 200.000 ragazzi ma ne sono stati presi solo 500: la volontà di diventare vigile del fuoco è forte, ma non ci sono soldi né assunzioni.Inoltre mancano concorsi regolari, per quantità di assunzioni e per data: si pensi che si sono attesi anche sette anni da un concorso all’altro e questo nonostante l’ampliamento delle esigenze d’intervento.Il numero di presenze giornaliere è calato, ma le persone assunte sono aumentate".I mezzi in dotazione al distaccamento di Senigallia sono i classici: due Aps, macchine base per tutti gli interventi, ossia autopompaserbatoio: in particolare una classica da 4.000 litri di capacità, detta Eurofire, concepita dalla Iveco esclusivamente per i pompieri, e una più piccola, da città, detta Cityfire, da 1.800 litri.A queste vanno aggiunte un’autoscala per raggiungere altezze fino a 30 metri, un’autobotte, una Abp (autobottepompa, solo per l’acqua), una Act 4X4, ossia un camion speciale che può essere caricato con vari moduli e che solitamente si usa per gli incendi boschivi, ma anche per altre calamità.Gli interventi più richiesti l’anno scorso sono stati quelli relativi agli incendi, al soccorso di persone, all’apertura di porte e finestre e al recupero di veicoli e merci in caso di incidenti stradali, per un totale di quasi 2000 interventi, compresi i "viaggi a vuoto" e quelli giunti troppo tardi".A qualsiasi intervento e uscita – dice il capo distaccamento Corleoni – viene compilato un rapporto da parte del capo partenza, in modo che si possa sempre rintracciare chi c’era in una determinata operazione.Tali rapporti sono in archivio e ci restano per sempre.Ovviamente comunichiamo sempre ad Ancona, cioè il Comando provinciale, l’uscita di un mezzo".Novità ultima una struttura per gli addestramenti, che avvengono nei giorni liberi, per mancanza di personale, così come le vigilanze agli spettacoli pubblici: "Per primi in Italia abbiamo una struttura metallica, studiata dai geometri interni per le esercitazioni, mancante ora del tetto, che ci permetterà di simulare interventi sui tetti e recuperi con un verricello da una coda di elicottero.Adibito allo stesso uso addestrativo abbiamo a disposizione anche un cunicolo terra profondo quattro metri".
di Chiara Michelon