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Addio a Carraro

E' morto a 76 anni "il padre" di locali che hanno fatto epoca

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"Era una persona carismatica, attiva, piena d’inventiva, sempre un passo più avanti dei tempi.La sua frase più ricorrente era "belin che paese".Lo diceva perché lui si aspettava sempre di più dalle cose.Mancherà a tutti".Roberto Carraro ricorda così il papà Antonio, emblema dei locali da ballo del panorama locale, da Ancona a Senigallia, deceduto mercoledì sera all’ospedale di Senigallia dopo una malattia che fino all ultimo non lo aveva tenuto lontano dal sua ambiente.Sempre attivo e presente negli uffici del Piranha e in sala.Locali progettati e arredati secondo il gusto dello stesso Antonio, nato a Padova e vissuto per molti anni a Genova prima di trasferirsi,nel 1968, ad Ancona."Papà era un tecnico navale – racconta Roberto – la sua principale occupazione era la cantieristica.Per questo venne ad Ancona.Lavorava per la "Santa Maria" di cui era socio.S’innamorò delle Marche perché, diceva lui, era una regione tranquilla.Da Ancona ci spostammo a Falconara e in seguito andammo ad abitare a Senigallia.Poi il "pallino" di aprire locali da ballo.Decideva le disposizioni e gli interni che ancora oggi sono rimasti così.Non ballava e non cantava, era sempre alla ricerca del nuovo, del diverso.S’inventava ogni cosa.Gli piaceva la notorietà e amava dare il massimo, sempre, su tutto".Dal "Covo Nord Est" (oggi Shalimar) aperto negli anni’70 a Senigallia al Piranha di Falconara inaugurato nel ’77 passando per il "Carrilon" (oggi night club Snoopy) e il "Pappagajo" (non più attivo)."All’inizio faceva due lavori.Al mattino andava in cantiere e la sera in discoteca.Poi il successo del Covo, inaspettato, che lo convinsero ad un’unica occupazione.Conosceva bene gli ambienti dello spettacolo, sapeva muoversi. Frequentava Salotto Morazzoni, a Roma, dove s’incontravano tutti i più grandi artisti dell’ epoca da Pasolini a Burt Lancaster.Per contattare i cantanti andava fino in America.Lì agganciò i Platters e Donna Summer portata in anteprima mondiale a cantare dal vivo proprio al Piranha.Un evento mediatico con le telecamere della Rai a riprendere tutto.Per convincerla s’incontrarono nella villa di Barry White a Los Angeles. Papà era ambizioso.Una volta, per scommessa con Sergio Bernardini (della Bussola di Viareggio con il quale il Piranha era gemellata, ndr), riuscì a far cantare insieme, al Covo, Jhonny Dorelli e Catherine Spaak che di cantare in coppia non ne aveva mai voluto sapere.Lui ci riuscì in occassione dell’anniversario del loro matrimonio". Un fiume in piena d’ idee."Arrivò a proporre- ricorda sempre Roberto – la prima società dei locali da ballo per contattare cantanti e artisti.L’impresario era il produttore artistico del Festival di San Remo Adriano Aragozzini. Insieme a lui portammo al Covo Ray Charles. Perfino Baglioni esordì nei nostri locali con "Questo piccolo grande amore".Fino a qualche tempo fa si scambiava ancora gli auguri con Fred Bongusto.Il nome del Piranha lo pensò lui. Diceva che era originale e dava un senso di diverso che ancora mancava da queste parti.Tra i volti più noti conosceva un po’ tutti.Ha portato da noi i New Trolls, Mia Martini, i Pooh, Pippo Franco, la Carrà e Pippo Baudo. Il suo sogno nel cassetto era di fare il pittore".I funerali di Antonio Carraro verranno celebrati questa mattina alle ore 10 alla chiesa di San Giuseppe Lavoratore a Cesanella.
di Marina Verdenelli

Pubblicato Venerdì 30 gennaio, 2004 
alle ore 11:15
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