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Un porto per i pescatori

Daniele Palestrini e le prospettive legate ai lavori di escavo

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"Se dovessero crearsi le condizioni adatte la flotta peschereccia potrebbe tornare a lavorare a Senigallia". Daniele Palestrini, presidente della cooperativa dei pescatori senigalliesi, commenta così la notizia dell’escavo della darsena "Bixio", che da sempre ospita le imbarcazioni per la pesca."Una darsena dai fondali praticabili è la condizione minima di sicurezza con cui lavorare"."Basti pensare -prosegue – che sino ad oggi quelle poche imbarcazioni che operano a Senigallia non possono fare il pieno di carburante perché altrimenti avrebbero seri problemi di manovra a causa dell’aumento del peso".Palestrini sottolinea che la prolungata assenza di un fondale accettabile abbia portato ad un forte rallentamento dell’attività ittica e che la prima conseguenza è stata la fuga di molti equipaggi.Gli oltre 9.000 metri cubi di sabbia che entro giugno saranno prelevati dal fondale della darsena Bixio, pur non essendo inquinati, non verranno utilizzati per il ripascimento della costa senigalliese ma per riempire la così detta "cassa di colmata", e cioè l’enorme vasca che sta per essere ultimata insieme alla costruzione del braccio di ponente dell’avamporto.Le analisi chimico-batteriologiche sui fondali del porto di Senigallia sono state eseguita dall’Arpam e l’esito sarebbe stato positivo.Tutti gli "elementi" rinvenuti dai tecnici non sarebbero dannosi per la salute dell’uomo e quindi non vi sarebbe alcuna prescrizione per l’utilizzo del materiale che verrà raccolto e soprattutto non ci si dovrà servire di una discarica per rifiuti speciali evitando un aggravio sulle spese.Oltre che fonte di lavoro, seppur duro e faticoso, i pescherecci in un porto sono un "elemento" di grande importanza culturale e storica per ogni città di mare che si rispetti. Sul futuro della marineria della spiaggia di velluto l’esponente della categoria si esprime con un cauto ottimismo ipotizzando il ritorno di 10 imbarcazioni, corrispondenti ad oltre 40 operatori, e naturalmente la ripresa di tutto l’indotto."Quando il porto sarà realmente operativo ci riuniremo, vertici comunali compresi, per decidere quali passi compiere. Da anni non vediamo una via di sbocco ed è ora di fare qualcosa".Daniele Palestrini pensa ad uno sviluppo e ad un rigenerarsi del comparto."Ci stiamo interessando alla "pesca turismo" e ci stiamo specializzando nella piccola pesca, ma non basta.Oltre a imbarcazioni che possono muoversi senza paura di incagliarsi servono strutture a terra.Ci immaginiamo aree a servizio della prima lavorazione del pescato finalizzabili anche alla valorizzazione di un prodotto locale.L’investimento economico non sarebbe nemmeno eccessivo: con un milione di euro si potrebbe fare un bel lavoro".
di Marcello Pagliari

Pubblicato Martedì 20 gennaio, 2004 
alle ore 11:06
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