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Vukas coperto per non rovinare il confronto

La difesa chiede la scarcerazione, l'accusa prepara il riconoscimento del superteste

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Si è svolta ieri mattina in camera di consiglio (a porta chiuse) davanti al Tribunale del riesame di Ancona l’udienza per discutere la richiesta di scarcerazione presentata dai legali dell’ ex militare croato Ivan Vukas, 41 anni, arrestato con l’accusa di aver assassinato il tassista senigalliese Stefano Guazzarotti, 39 anni.La decisione del collegio presieduto da Marco Bonivento è attesa tra oggi e domani.Il presunto killer è arrivato in aula scortato dagli agenti peniteniari e con il volto coperto da una grossa busta gialla.La precauzione è stata presa dagli inquirenti per impedire la riproduzione fotografica dell’ uomo al fine di non pregiudicare la validità dell’eventuale confronto all’americana che il Pm Irene Bilotta ha già chiesto come atto irripetibile al Gip, con la procedura dell’incidente probatorio, esame valido come prova in caso di processo.Una donna, infatti, la sera del delitto avrebbe notato Vukas salire sul taxi di Guazzarotti e forse sarebbe in grado di riconoscerlo.L’ ex militare non ha reso dichiarazioni in aula.Il suo difensore, l’avvocato Annalisa Marinelli, ha invece ribadito la tesi già espressa in precedenza e la propria convinzione circa l’assenza di esigenze cautelare. Vukas sostiene di essere estraneo al delitto e che la pistola Tokarev cal. 7,62 di fabbricazione russa, trovata in suo possesso al momento dell’arresto, gli sarebbe stata consegnata poco prima da un italiano.Secondo la difesa, che si avvale anche dell’investigatore privato Claudio Impicci (agenzia Wps), il misterioso “secondo uomo” avrebbe accompagnato il croato alla stazione di Falconara, dicendogli poi di attenderlo mentre parcheggiava l’auto e abbandonandolo quindi al suo destino.Un attimo dopo arrivarono i poliziotti, che catturarono Vukas dopo aver acquistato il biglietto ferroviario per Milano.A queste argomentazìoni ha replicato con fermezza il pm Irene Bilotta che conduce l’inchiesta.Il magistrato ha confermato, oltre alla presenza dei gravi indizi di colpevolezza (arma del delitto trovata addosso a Vukas, macchie di sangue su indumenti contenuti in un borsone trovato in suo possesso), anche la sussistenza delle esigenze cautelari perla pericolosità dell’ uomo, per il pericolo di fuga e di inquinamento delle prove.Nemmeno un accenno al risultato delle indagini sul “secondo uomo”.Di lui il croato ha fornito il nome di battesimo ed una descrizione accuratissima.Ma, nonostante le indicazioni siano state fornite ormai prima di Natale, non é scattato nessun altro arresto.Determinante a questo punto il risultato del test del dna (atteso a ore) sui vestìtì macchiati di sangue trovati nello zaino di Vukas al momento dell’arresto.Se il sangue sarà del povero Guazzarotti, all’ex miliziano resteranno poche chance di dimostrare la sua estraneità all’omicidio del 9 dicembre scorso, quando il tassista fu trucidato con tre colpi di pistola davanti al night-club Snoopy.

Pubblicato Venerdì 9 gennaio, 2004 
alle ore 10:42
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