Droga: tra indifferenza e bisogno di parlare
Intervista al dott. Raniero Mancini, medico, attivo nell'associazione genitori tossicodipendenti (Aget).
Lo spaccio, a Senigallia, è spesso sotto gli occhi di tutti e chiunque, se un po’ attento, può tranquillamente riconoscere gli spacciatori in città. Come giudica la repressione, l’operato delle forze di polizia?
A Senigallia, nell’ultimo anno, sono state sequestrate decine di patenti a soggetti che guidavano sotto l’effetto di alcolici o sostanze stupefacenti. Sono anche stati sequestrati ingenti quantità di droga. Questi sono i fatti. Ma credo che si debba lavorare più sulla prevenzione che sulla repressione. Il mercato si sgonfia solamente comprimendo al massimo la domanda di sostanze stupefacenti. È questa che alimenta il mercato delle droghe. Ma è molto difficile. E le recenti proposte di trasformare le droghe in tarmaci non aiutano. Introdurre la cannabis e i derivati anfetaminici tra gli armamentari terapeutici del medico porta con sé molti rischi. Il primo dei quali è quello di amplificare a dismisura il mercato, che è già di per sé rigonfio di sostanze di tutti i tipi, legali e illegali.
Anche l’uso delle sostanze cambia: accanto alle droghe tradizionali, emergono sempre più gli sballi, droghe sintetiche, alcolismo giovanile. È così anche nella nostra città?
Quello che ci preoccupa maggiormente come Aget e centro d’aiuto per le famiglie, è il fatto che l’uso di certe sostanze come i derivati della cannabis e delle amfetamine (“ecstasy”) ha messo radici profonde e si è talmente diffuso da divenire un fenomeno culturale, un modo per stare insieme e sentirsi bene. A Senigallia oltre l’80% dei giovani sono passati per questi portali (cannabis in testa) e purtroppo moltissimi ci sono rimasti incastrati. La realtà della tossicodipendenza è cambiata rispetto a solo 10 anni fa. Uno dei più grandi cambiamenti è quello di associare le droghe con gli alcolici in grande quantità, proprio per potenziarne gli effetti. E di questo una grande responsabilità spetta sicuramente al mercato sia degli alcolici che delle sostanze illecite. Un mercato aggressivo, ramificato, difficile da estirpare perché sostenuto da una domanda altrettanto aggressiva e diffusa sul territorio.
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