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Una legge per punire i writers

II segretario dell’associazione utenti trasporto pubblico: non sono artisti, solo imbrattatori.

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La condanna per i “writers” arriva dall’associazione degli utenti del trasporto pubblico, per mano del suo portavoce, Antonio Bruno. Il segretario provinciale prende spunto da un nostro (del Corriere Adriatico Nd60019) recente servizio in cui abbiamo immortalato le opere sul nuovo ponte sul Misa e dalle parti della Pesa pubblica per tornare su un argomento che a lui sta particolarmente a cuore.
“È vergognoso – scrive Antonio Bruno nel suo intervento – che in una società civile debbano esistere simili individui che si definiscono artisti e che si vantano delle loro opere che vanno in giro per l’Italia: come quelle che rovinano le carrozze ferroviarie, che per fortuna oggi sono quasi blindate dalle pellicole adesive che con i lavaggi tolgono gli sgorbi. “L’associazione da lungo tempo lotta contro questo fenomeno. Infatti circa quattro anni fa aveva cercato di far presentare ad un onorevole del nord Italia un Disegno di Legge contro questo fenomeno e inoltrato anche un esposto alla Procura della Repubblica di Roma, a firma anche del presidente nazionale dell’associazione, rimasto, purtroppo, lettera morta. E da qui si vede la scarsa volontà delle istituzioni ad intervenire per sanare il fenomeno. “La proposta principale – ricorda il segretario provinciale – era quella di istituire un’accisa di 20-25 mila lire interamente rimborsabile con la dichiarazione dei redditi annuali a coloro che comprano le bombolette spray per effettive necessità. Anzi, approfittando di questa occasione, la scrivente associazione rilancia la proposta a qualche parlamentare di buona volontà che voglia ancora presentarlo. Ogni anno i graffiti provocano milioni di euro di danni, quindi è ora che lo Stato agisca contro queste persone. “Per un certo periodo di tempo, magari tre anni, i soldi che oggi servono per riparare i danni, potrebbero essere impiegati in campagne di sensibilizzazione annuali con la sola condanna di ripulire a proprie spese ciò che si imbratta per coloro che vengono presi in flagrante. Certamente le forze dell’ordine non potrebbero seguire con molta attenzione questo tipo di reato, visto che ne esistono di più gravi, allora creare un corpo di cittadini volontari con poteri di denuncia che curino solo questo fenomeno in qualsiasi parte d’Italia si possano trovare. Pensiamo alla vicina Svizzera che ha debellato il fenomeno proprio facendo ripulire a coloro che avevano sporcato.
“Ovviamente – conclude il segretario provinciale Antonio Bruno – dopo il periodo di sensibilizzazione si dovrebbe passare a condanne più severe con multe di milioni di Euro ed anche per chi non avrebbe soldi per pagare le multe, con il carcere per qualche mese. Per altre eventuali delucidazioni sono sempre disponibile al 348-3006635”.

Pubblicato Lunedì 15 settembre, 2003 
alle ore 9:57
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