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Oggi l’inaugurazione del museo Pio IX. Ma chi era questo grande senigalliese?

Breve scheda sul Papa Pio IX in attesa dell'inaugurazione del museo oggi pomeriggio.

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Pio IX (Senigallia, 1792 – Roma, 1878), papa (1846-1878). Il suo pontificato, il più lungo della storia, incluse il concilio Vaticano I, la promulgazione di diversi importanti dogmi e la perdita dello Stato Pontificio. Al secolo Giovanni Maria Mastai Ferretti, Pio prese gli ordini nel 1819, divenne arcivescovo di Spoleto nel 1827 e fu nominato cardinale nel 1840 da papa Gregorio XVI, divenendone il successore. Mentre il primo anno del suo pontificato fu contrassegnato dal liberalismo e dalle riforme politiche nell’amministrazione dello Stato Pontificio, lo statuto promulgato nel 1848 soddisfece appena le richieste di rappresentanza popolare senza peraltro contrastare efficacemente la diffusione del nazionalismo in Italia; la rivoluzione del 1848 costrinse il papa all’esilio a Gaeta, nel regno di Napoli. Due anni dopo, abbattuta l’appena proclamata Repubblica romana grazie all’intervento militare francese, Pio tornò in Vaticano opponendosi strenuamente a qualsiasi tipo di liberalismo, sia clericale sia politico. Pio impose il rigido controllo della Chiesa sulla cultura nello Stato Pontificio e fu inflessibile dinanzi alle richieste di un governo costituzionale, e tanto più alle istanze di unificazione italiana; sostenne anzi l’ultramontanismo, una dottrina che proclamava il primato papale sulle Chiese nazionali e che trionfò al concilio Vaticano I con la dichiarazione dell’infallibilità papale. In una bolla pubblicata nel 1854, dichiarò l’immacolata concezione un dogma e nel 1864 pubblicò un sillabo che condannava 80 errori, tra i quali l’opinione che il papa dovesse riconciliarsi con “progresso, liberalismo e civiltà moderna”. Il potere temporale del papato era già molto indebolito quando, nel 1860, il nuovo regno d’Italia annetté tutti i territori pontifici fuorché Roma e il Lazio. L’ultimo colpo al potere temporale dei papi si ebbe nel 1870, quando, approfittando della sconfitta di Napoleone III nella guerra franco-prussiana, e del conseguente disimpegno francese a difesa del papato, il governo italiano imponeva la soluzione militare con l’azione di forza di Porta Pia e la presa di Roma, che divenne così capitale dell’Italia unita. Pio rifiutò di ratificare l’atto parlamentare del 1871 (legge delle guarentigie) che definiva i rapporti tra papato e governo italiano e si ritirò volontariamente in Vaticano, dove rimase fino alla morte, dichiarandosi prigioniero entro i suoi confini, come fecero tutti i suoi successori fino alla ratifica dei Patti lateranensi del 1929.
di Giacomo Campanile
Teologia per tutti.

Redazione Senigallia Notizie
Pubblicato Mercoledì 3 settembre, 2003 
alle ore 8:35
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