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Il Misa per ora salva le colture

Ma se non piove presto sarà un disastro.

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Sole, caldo e neanche una goccia di pioggia. Nel Senigalliese non è ancora allarme siccità, ma per l’agricoltura la situazione è critica. Gli agricoltori stanno facendo la danza della pioggia: se entro dieci giorni non piove potrebbero esserci le condizioni per dichiarare lo stato di calamità. «Non vogliamo creare allarmismo – specifica Maurizio Monnati, presidente provinciale Coldiretti – però non possiamo neanche negare che il problema della siccità si sta ripercuotendo sulle coltivazioni. La vallata del Misa risente meno della mancanza d’acqua proprio per la presenza del fiume mentre la maggior parte della collina è asciutta, non ci sono sistemi d’irrigazione. Perciò, se entro una decina di giorni non pioverà, gran parte dei raccolti sarà compromessa irrimediabilmente». Barbabietola, girasole e mais sono le colture maggiormente a rischio dato che il raccolto è previsto per metà agosto. «Andando di questo passo – prevede Evasio Sebastianelli, vicepresidente della Cia – sarà danneggiato il 60 per cento del raccolto di bietole da zucchero e oltre il 70 per cento del mais». Dati molto allarmanti se si pensa che nelle campagne del Senigalliese barbabietole e mais sono due delle colture principali. «Il 20-30 per cento del raccolto di barbabietole è già andato perso – spiega Monati – e nel mais, che è al termine del ciclo produttivo e la spiga che sta spuntando è molto piccola, sono già visibili i primi danni». La preoccupazione maggiore per i coltivatori è la produzione della barbabietola. «La barbabietola da zucchero – Continua Monnati – è il maggiore investimento della zona ed è una coltura molto costosa. Purtroppo negli ultimi tre anni i raccolti sono stati catastrofici ed è possibile che in futuro sarà fatto un grosso taglio nei finanziamenti per questo prodotto». Anche i prodotti ortofrutticoli non fanno dormire sonni tranquilli agli agricoltori. I danni provocati dalle gelate di marzo si sommano adesso alla siccità. «Altri quindici giorni senza piogge – dice allarmato Sebastianelli – e anche olivi e vigneti verranno danneggiati». I coltivatori stanno pagando gli effetti dei cambiamenti climatici e la produttività ne è interamente condizionata. «Speriamo solo – conclude Monnati – che il problema siccità non si risolva con improvvisi temporali e grandinate. Sarebbe il definitivo colpo di grazia per il settore».
di Laura Delle Donne

Pubblicato Giovedì 17 luglio, 2003 
alle ore 7:22
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