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Disoccupazione, maglia nera a Pesaro Urbino: strategie per ridurla

La disoccupazione nella provincia di Pesaro Urbino: come invertire questa tendenza

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Occupazione, lavoro, manager

In controtendenza con il quadro nazionale e con quello delle altre provincie delle Marche, la provincia di Pesaro Urbino si aggiudica la maglia nera per l’aumento della disoccupazione e la diminuzione del tasso occupazionale.

La disoccupazione nella provincia di Pesaro Urbino

Questa la situazione che emerge da un’elaborazione dell’Ires Cgil Marche sulla base dei dati ISTAT, allarmante poiché nel 2023, nella provincia Pesaro Urbino, si sono contati il 5,6% di disoccupati in più rispetto all’anno precedente, con un tasso occupazionale complessivo del 69,2%, anche questo in controtendenza con i dati nazionali, che sono decisamente migliori.

Stando alle considerazioni del segretario provinciale della Cgil, questo trend negativo è dato dal fatto che la provincia sia orientata verso i settori dell’industria e della metalmeccanica, che sono quelli che, lavorando molto con i mercati esteri, stanno risentendo maggiormente della crisi scaturita dalla guerra tra Russia e Ucraina. Questa situazione, che relega le aziende nell’incertezza economica, fa sì che non siano propense a inserire personale aggiuntivo nel proprio organico, perché non sicure dell’andamento degli ordini che riceveranno.

Come invertire questa tendenza

Oltre ai problemi legati all’instabilità economica, altro fattore che incide sulla negatività del tasso occupazionale è la mancanza di figure specializzate. Le cause alla base di questo problema sono varie: fuga di cervelli, bassa propensione all’innovazione e un sistema di istruzione troppo rigido sono solo alcuni esempi.

Per invertire questa tendenza, una strategia potrebbe essere quella di investire di più negli atenei online, che offrono un accesso flessibile all’istruzione superiore, costi ridotti e adattabilità al mercato del lavoro. Università telematiche come la Guglielmo Marconi – la prima a essere riconosciuta in Italia come spiegato in questa recensione – permettono di accedere ai corsi di laurea in qualsiasi momento, e senza test d’ingresso, oltre che di studiare da qualsiasi parte del mondo.

Per contrastare la disoccupazione, inoltre, un altro aspetto importante è instaurare delle collaborazioni proficue tra settore pubblico e privato: questo infatti  favorisce lo sviluppo di politiche lavorative integrate, la condivisione delle risorse e delle competenze, e la creazione di opportunità occupazionali sostenibili e mirate, che possono alimentare la crescita economica e ridurre il tasso di disoccupazione.

Oltre a questo, è importante promuovere delle politiche attive del lavoro, come dei tirocini o dei servizi di orientamento, che offrono sostegno diretto ai disoccupati attraverso programmi di formazione, orientamento professionale e incentivi all’assunzione.

Infine, altrettanto importante è sostenere la mobilità lavorativa, ossia il reinserimento nel mondo del lavoro di ex dipendenti del settore pubblico. Ciò permette ai lavoratori di adattarsi alle mutevoli esigenze del mercato, facilitando il riassorbimento in settori in crescita e riducendo la disoccupazione strutturale.

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