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Paolo Landi: “In atto una politica scriteriata per la sicurezza del Misa”

"Andrebbe incrementata al massimo livello la portata nel tratto urbano"

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Fiume Misa in centro a Senigallia alle ore 11.30 del 19 settembre 2024

Il solo modo di garantire il più elevato grado di sicurezza per Senigallia dal rischio idraulico del Misa è l’azione sinergica che riduca e trattenga il più possibile l’afflusso dell’acqua da monte magari e meglio con bacini di accumulo stabili utili anche a contrastare eventuali periodi siccitosi piuttosto che con le vasche d’espansione che potranno però adattarsi e trasformarsi nella maggioranza dei casi anche in invasi di stoccaggio quali eccellenti regolatori dei picchi di piena. Contestualmente andrebbe incrementata al massimo livello la portata nel tratto urbano con interventi praticabili, utili e intelligenti ben diversi da quelli in programma con il sollevamento dei ponti.

Quest’ultimo obiettivo, frutto di scelte sbagliate, imposte e senza confronto e condivisioni, non avrà futuro, né potrà essere perseguito correttamente, sarà sconfessato dalla prossima alluvione, quando con i ponti rifatti e sollevati di 2 metri sopra le sponde si constaterà che la causa scatenante sarà dovuta unicamente dal sormonto della piena sugli argini, senza la minima interferenza con le nuove e irraggiungibili strutture di attraversamento e solo allora prevarrà unanime la consapevolezza di quale enorme massa di denaro sarà stata letteralmente sprecata per opere del tutto inutili e invasive. E se Senigallia, suo malgrado, sta ormai rassegnandosi alla realizzazione del nuovo ponte Garibaldi, quasi impossibile da fermare, deve almeno contrastare la successiva fase che vorrebbe come prossimo intervento il rifacimento di ponte Portone privo di problematiche tecniche ma che non può però lasciare dietro di se quello del corso, vera emergenza sulla sezione più critica in assoluto della città, patata bollente impossibile da gestire sottostando alle assurde interpretazione delle altrettanto assurde norme del decreto Del Rio, anche per il più fantasioso e blasonato dei progettisti; pertanto non ha senso immaginare qualsiasi altro intervento senza aver sciolto prima questo nodo come regolatore degli scenari successivi decidendo di accantonarlo e tenerlo sospeso per l’incapacità di sbrogliarlo. Di fatto, guardando la realtà, una soluzione alternativa alla ricostruzione di questo ponte non esiste e la sola possibilità è di demolirlo senza alcuna possibilità di sostituirlo con l’aggravio purtroppo della lacerazione del tessuto urbano e di uno sconvolgimento inaccettabile della mobilità a qualsiasi livello.

Dalla situazione generale se ne potrebbe uscire solo rassettando tutto e ripartendo da zero a cominciare dal progetto ANAS di ponte Garibaldi riportandolo sull’asse originale con l’intradosso appoggiato alle sponde qui più alte di due metri rispetto alle corrispondenti della sezione del corso che di fatto escluderebbero rischi garantendo anche il rispetto pratico del franco idraulico, senza rialzare nessun ponte ad eccezione di quello del corso, occasionalmente, con martinetti idraulici con la normativa che impedisce di sollevarli durante la piena ma che non si esprime in previsione di essa, tuttavia la carta vincente dovrebbe venire dal ripristino con l’escavo del tratto tra la foce e il lavatoio dove interno all’alveo esisteva il canale navigabile dell’antica fiera con proprie sponde sommerse probabilmente ancor’oggi funzionali e da poter estendere fin dietro al centro commerciale Il Mulino con una sorta di traslazione uniforme verso il basso della quota del profilo di fondo. Ciò consentirebbe di incrementare la superficie di tutte le sezioni del Misa del tratto urbano con un conseguente raddoppio delle portate rispetto alle attuali escludendo la necessità di rialzare i ponti e restituendo così dignità e decoro al centro cittadino arricchendolo anche da una nuova incantevole via d’acqua navigabile per piccole imbarcazioni.

Paolo Landi
Pubblicato Lunedì 14 aprile, 2025 
alle ore 10:28
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Commenti
Ci sono 3 commenti
giorgiobecci 2025-04-14 13:07:13
sono d'accordo. Del resto io dico le stesse cose da anni sui commenti
Glauco G. 2025-04-14 15:54:15
Escluso quanto proposto per il ponte con i martinetti idraulici (costi di gestione e pericolo di errore umano troppo allti), sono anni che dico quasi tutto quello che è scritto in questo articolo e anche più......anni che dico che le vasche di espansione saranno un flop...salveranno da qualche micropiena ma non da alluvioni pesanti..potranno solo ritardare l'inevitabile (quando ci saranno le vere elluvioni dico)...sono anni che dico che va rivista la portata del fiume...e per me..da ignorante..si deve agire solo dentro il fiume...alzi gli argini..oppure crei corsi "paralleli" che regolano la portata del fiume (o cose simili) oppure agisci sul letto del fiume...sono anni che lo dico..anni....vedremo gli esperti cosa faranno..una buca per i castelli di sabbia oppure qualcosa che risolverà il problema...a me basta che...alla prossima piena..anche con le vasche attive..nessuno e ripeto nessuno mi dovrà dire che non sapeva oppure che era ipossibile prevederlo.
sauro 2025-04-14 22:05:21
In questo articolo troviamo la soluzione senza stravolgere l'immagine e la viabilità di Senigallia: Se si riduce la portata dell'acqua nel tratto cittadino del Misa (attraverso l'escavo dell'alveo e la costruzione a monte di bacini di accumulo o vasche di espansione)
il livello di massima piena raggiunto negli ultimi venti anni, che attualmente corrisponde alla sommità dell'argine murato, dovrà essere ricalcolato e sicuramente si abbasserà, permettendo quindi la costruzione di un ponte molto più basso rispettando sempre il franco idraulico di metri 1,50.
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