Partito il processo per l’alluvione 2014 di Senigallia: ammesse tutte le parti civili
Il Tribunale de L'Aquila ha rigettato le eccezioni della difesa e ammesso tutte le prove. Primo teste in aula il 22 aprile 2025

Si è tenuta martedì 4 marzo, al Tribunale de L’Aquila, l’udienza per il processo dell’alluvione del 2014 di Senigallia, che vede imputati per inondazione colposa, unico capo d’accusa ancora in piedi, due ex sindaci e sei tra dirigenti, funzionari e tecnici di Comune, Provincia e Regione.
Il giudice ha rigettato tutte le eccezioni avanzate dalla difesa degli imputati sulle costituzioni di parte civile, in particolare rispetto alla conformità degli atti proposti rispetto alle novità della riforma Cartabia.
Il giudice de L’Aquila ha infatti ritenuto che gli atti fossero conformi alla riforma Cartabia e ha quindi ammesso tutte le parti civili: circa 400, oltre all’Unione Nazionale Consumatori, rappresentati in aula dall’avvocato Corrado Canafoglia. Essi chiedono risarcimenti per 40 milioni di euro, dopo i danni patiti in seguito all’alluvione del 3 maggio 2014.
Sono quindi state ammesse tutte le prove richieste e si è proceduto al rinvio al 22 aprile 2025 per sentire il primo testimone, il colonnello Cecchini dei Carabinieri Forestali, che diresse le indagini al tempo.
“E’ partito finalmente dopo 11 anni di traversie singolari il processo. – afferma l’avvocato Canafoglia – Inizieranno ad essere sentiti i testimoni e confidiamo che la verità finalmente possa emergere sulle responsabilità dei fatti dell’alluvione del 2014 che colpì Senigallia”.
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