Alluvione Marche, il commissario è Curcio
Soddisfazione di Legacoop agroalimentare
«I nostri migliori auguri a Fabrizio Curcio indicato dalla premier Giorgia Meloni come nuovo commissario straordinario alla ricostruzione nei territori colpiti dall’alluvione, Emilia-Romagna, Toscana e Marche».
È il commento di Cristian Maretti, presidente di Legacoop Agroalimentare in merito all’affidamento dell’incarico all’ex capo della Protezione Civile che sostituirà il predecessore, il generale Francesco Paolo Figliuolo.
Segnale positivo. «Si tratta di un segnale sicuramente positivo e ci auguriamo che sia l’inizio di una collaborazione istituzionale fruttuosa e che soprattutto le responsabilità di chi fa le cose siano a prova di polemiche», continua Maretti. «Auspicavamo la nomina di un non militare come segnale di apertura verso le richieste del presidente della Regione Emilia Romagna Michele De Pascale, per cui il nome di Curcio ci sembra un buon segnale. Importante è una identificazione netta tra responsabilità politica e responsabilità della “ricostruzione” che il commissario all’alluvione dovrebbe rappresentare. Deve essere un altro positivo segnale politico anche a livello nazionale di “cooperazione istituzionale” dopo quanto letto sul Giubileo».
Inoltre, sottolinea Maretti, «l’incarico di commissario è importante in particolare dopo la “confusione” della gestione degli ultimi 20 mesi che ha generato anche prese di posizione decise da parte di Comuni guidati anche da maggioranze dello stesso colore del Governo».
Nomina necessaria per far ripartire il territorio e l’agricoltura. Quanto chiede Maretti è un commissario «con una presenza vicina al territorio in grado anche di monitorare tutti i colli di bottiglia amministrativi, tutte le complicazioni procedurali che stanno ostacolando non solo il ristoro dei danni, ma persino le domande per richiederli. Basti pensare che ci sono Comuni che sono dovuti intervenire con altre spese sulle nuove alluvioni di settembre 2024. E se questi fondi non verranno reintegrati sarà ancora più difficile poter ripristinare, oltre il provvisorio e l’emergenziale, le infrastrutture e le attività agricole con i campi allagati».
Fondamentale gestire le alluvioni. Quello della gestione delle alluvioni e del dopo è diventata una questione importante in tutta Italia. «Basta ricordare quanto successo in Emilia centrale nel 2020, a Catania del 2021 (per altro nel corso degli Stati Generali della pesca), nelle Marche del 2022, e in Romagna e nella Toscana del 2023. Senza dimenticare il 2024 con ancora l’Emilia-Romagna, e poi Ancona e Castagneto Carducci in Toscana. Una situazione da affrontare anche perché spesso le alluvioni sono alternate da lunghi periodi siccitosi e temperature massime oltre i 40 gradi per molti giorni sopra la media».
Parola chiave: adattamento. Infine Maretti coglie l’occasione per parlare della parola adattamento che «va incasellata come antidoto al dibattito polarizzato su questo tema, che per le alluvioni vede contrapposti il partito del “non pulite i fiumi” contro quello del “quantità d’acqua mai vista prima”. È una polarizzazione senza senso, perché la pulizia dei fiumi, la loro rinaturalizzazione quando possibile, il mantenimento custodito dei versanti, vanno fatti ed assumono maggior valore proprio perché arrivano quantità d’acqua mai viste prima».
Legacoop Agroalimentare
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