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L’ing. Mauro Rognoli: “Risparmiateci il ponte degli incubi (una proposta)”

"Un ponte provvisorio in attesa delle vasche e un nuovo progetto che si inserisca nel contesto cittadino senza devastarlo"

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Progetto nuovo ponte Garibaldi

Ogni città ha i suoi ponti. C’è chi ha quello dei Desideri, chi quello degli Alpini. Senigallia dopo quello “del fiaton” ha il ponte degli Incubi, l’incolpevole povero Garibaldi.

Da due anni i senigalliesi assistono increduli e doloranti a quell’accanimento devastante cui si applicano, a tempo pieno di tentativi ed errori, il Vice Commissario e Giunta comunale. E ora l’opera di distruzione sta per arrivare alla tappa finale.

Infatti Il 12 dicembre è convocata dal Vicecommissario ing. Babini la Conferenza dei Servizi per discutere, e probabilmente approvare il progetto del nuovo ponte Garibaldi. Sarebbe il primo intervento nel centro cittadino a due anni dalla terribile alluvione. Perché gli altri – fatti in “somma urgenza” senza progetti e gare, lungo il Misa – proclamati “toccasana” per la mitigazione delle piene, fanno si che se si verificasse una nuova piena e nessun argine cedesse, nel centro cittadino potrebbe arrivare una portata doppia di quelle sin ora transitate. Nonostante il Commissario e il Vice continuino a dire che ora il territorio del bacino idrografico del Misa e Nevola sia più sicuro.

Progetto nuovo ponte GaribaldiPotremmo anche tralasciare l’aspetto estetico e l’impatto, che son pur sempre soggettivi ma c’è un limite a tutto. E potremmo dimenticare come si è giunti alla condanna del povero vecchio Garibaldi, con un decreto del Commissario Straordinario Acquaroli senza adeguata documentazione tecnica che ne giustificasse la demolizione (ingiustificabile). Solitamente col criterio del buon padre famiglia prima di demolire una proprietà si prevede come ricostruire. Il Sindaco pro-tempore Olivetti, proprietario del ponte, ha sempre sostenuto l’esistenza di una perizia ANAS che prevedeva la demolizione, ma quella perizia non l’ha mai mostrata.

Finora insomma interventi spot, senza un piano unitario e generale per l’intera valle del Misa, a differenza dell’Emilia Romagna dove, dopo le alluvioni del 2023, prima di effettuare interventi sui ponti, s’è redatto un PIANO SPECIALE PRELIMINARE contenente i ‘‘criteri per la valutazione della compatibilità idraulica dei ponti e delle infrastrutture”, e dopo sono iniziati i progetti e i relativi interventi.

Potremmo tentare di dimenticare, anche se resta ben vivo il ponte colpevole e fuorilegge, il 2 Giugno – realizzato dal Consorzio di Bonifica ed oggi oggetto di una inchiesta della Procura dell’Aquila, con numerosi indagati e congrue richieste di risarcimento – e il cui destino al momento non è dato di sapere (il sindaco Olivetti propone un concorso di idee: forse su come demolirlo?).

Tralasciando tutto ciò, il progetto del Commissario (se non cambia) prevede, per rispettare il franco idraulico, che l’intradosso dell’impalcato si alzi dal piano stradale attuale di almeno 2,70/2,80 metri con le rampe di accesso per permettere il transito di una portata, che in realtà mai potrà arrivare. Infatti la piena sarà laminata dalla presenza del “ponte Portone” che la farà esondare (come tra l’altro sempre accaduto) in zona Capanna e Piano Regolatore, la parte di portata che riuscirà a transitare a valle del ponte sarà quella che potrà essere contenuta dagli attuali argini in murarura.

In realtà il transito della portata sarà problematico quando, e già lo sappiamo, arriverà al ponte 2 Giugno, (se non sarà demolito). Infatti nella relazione del Prof. De Miranda, consulente alla Procura dell’Aquila per gli eventi alluvionali del 2022, si manifesta una situazione di pericolo in quanto al verificarsi di una nuova piena uguale a quella del settembre 2022 (mc.350-380/s.) si avrebbe la stessa esondazione con i conseguenti danni.

E se anche il Due Giugno fosse ricostruito nel rispetto del franco idraulico, il pericolo si sposterebbe di poco, verso i ponti su Statale e Ferrovia, appaiati e distanti pochi metri tra loro.

La soluzione c’è e si sa da anni, in cui si è continuato a “pettinar le bambole” per tentativo ed errori e ingiustificato spreco di denaro pubblico: si parte dalla costruzione (quella sì urgentissima da decine di anni) delle vasche di laminazione delle piene, la definizione della fine del ponte 2 Giugno (non un concorso di idee, per favore!), la definizione degli interventi sui ponti Perilli e FF.SS. Cosi come indicato dal Piano di Assetto del 2016 redatto dall’Autorità di Bacino. Ad oggi si sono eseguiti solamente lavori “in somma urgenza” quali riprofilatura dell’alveo, sistemazione degli argini, estrazione di inerti (500.000mc.), etc. che poco o nulla hanno a che fare con la riduzione del rischio idraulico della città di Senigallia.

Si sono persi troppo tempo e troppe risorse: perché?

Ora mi permetto di avanzare una proposta: al posto del povero Garibaldi, l’istallazione di un PONTE in ferro PROVVISORIO carrabile per l’attraversamento del Misa in attesa della realizzazione delle vasche di espansione a monte che permetteranno di far arrivare a monte dei ponti cittadini una portata che possa transitare senza esondare. Questa proposta deriva dalle soluzioni approvate dal Commissario Straordinario per l’evento alluvionale del 2023 che ha colpito Emilia Romagna e nord della regione Marche, prov. di Pesaro-Urbino. Soluzioni che prevedono la messa in opera di attraversamenti provvisori in particolare in ambito urbano superando la norma prevista dal decreto del 2018,ossia il rispetto del franco idraulico. Tutto ciò in attesa della realizzazione delle opere di mitigazione e conseguentemente non impattare con il contesto urbano presente.

Proposta ponte temporaneo. sezione assonometricaIl ponte provvisorio posizionato alla quota di sommità dei muretti d’argine, raccordato alle strade circostanti. Il ponte provvisorio, che è di rapida istallazione e rimozione – permette il transito di automezzi a doppia corsia, è di aiuto finalmente ai cittadini e alle attività commerciali oggi così penalizzati. E di un nuovo definitivo progetto di ponte che si inserisca nel contesto cittadino con rispetto, senza devastarlo, con senso e nel rispetto delle norme legislative, architettoniche e idrauliche.

Il ponte “a brugola” (fig.1 e 2) oltre a essere devastante per la viabilità e per il suo inserimento architettonico, non apporta alcun miglioramento al problema della mitigazione. Senigallia e i senigalliesi hanno diritto al rispetto, perché anche la pazienza ha un limite.

ing. Mauro Rognoli

Commenti
Solo un commento
Glauco G. 2024-12-03 10:09:42
Io ho sempre detto la mia e continuo a dire la mia....1^ ad oggi, l'unico e vero ponte progettato con i piedi è il "ponte degli angeli" 2^ mettere un ponte provvisiorio avrà l'unico scopo di ritardare di 10-20 anni la costruzione di un nuovo ponte. Troppe volte si è visto (in Italia) la costruzione di "opere" provvisorio che poi sono quasi diventate definitive. Se costruisci un ponte oggi, stai tranquillo che nessuno vorrà più spendere soldi per ponti nuovi (il ponte esiste e anche se dichiarato provvisorio il ponte esiste. inutile buttare soldi per rifarlo) 3^ le vasche di espsnsione sono un progetto fallimentare (e spero tanto che la mia ignoranza in materia mi porti a sbagliare clamorosamente). le vasche sono un progetto di 20-30 anni fa con portate di 20-30 anni fa conpiogge di 20-30 anni fa....le vasche non sono un bacino di raccolta infinito, una volta pinee non hanno nessuna funzione. quindi, le vache potranno salvare da qualche piena leggera e potranno tardare le piene più pesanti ma il problema rimane. avremo altre alluvioni da gestire. io la penso così.
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